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Cannes: Palma d'oro a Parasite di Bong Joon-ho. Banderas miglior attore

L'Italia torna a mani vuote dalla rassegna transalpina. Il film di Bellocchio su Buscetta è piaciuto ma non è bastato

Palma d'oro di Cannes alla Corea. Vince il film Parasite, di Bong Joon-ho. Ad Atlantique di Mati Diop il Grand Prix, mentre Antonio Banderas, per Dolor y gloria di Pedro Almodovar, e Emily Beecham, per Little Joe di Jessica Hausner, vincono i premi come migliori attore e attrice. Ai fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne, per il film Young Ahmed, il premio per la miglior regia. L'Italia resta a bocca asciutta, nessun riconoscimento per 'Il Traditore' di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino, che era l'unico film italiano in concorso. TUTTI I PREMI

 

Il punto - Gli applausi a Bong Joon-ho sono convinti, dalla platea della Lumiere c'è una bellissima ovazione verso il regista coreano di Parasite. La Palma d'oro del festival di Cannes per una volta non divide. Peccato che l'Italia torni a casa a mani vuote senza riconoscimenti per Il Traditore di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino nei panni del boss pentito Tommaso Buscetta: la speranza c'era, ma anche la consapevolezza della concorrenza, resta la soddisfazione delle decine di paesi che hanno comprato il film, tra cui la Sony per la distribuzione in America. Il premio per Dolor y Gloria come migliore attore ad Antonio Banderas ricompenserà Pedro Almodovar che da tempo insegue invano il massimo premio di Cannes? "Non è un mistero che il mio personaggio, Salvador Mallo, sia Almodovar" dice applaudito il suo protagonista accettando il premio e dedicandolo a lui: "Lo rispetto, lo ammiro, lo amo, è il mio mentore. Come suggerisce il titolo del suo film c'è il sacrificio, il dolore dell'artista e la gloria come stasera. Ma penso che il meglio debba ancora venire". Per la prima volta è coreana la Palma d'oro di Cannes, con un film, Parasite (in Italia uscirà con Academy Two) che ha fulminato la giuria presieduta dal messicano Alejandro Gonzalez Inarritu e con la nostra Alice Rohrwacher. La grandezza di Cannes è anche avere in sala Quentin Tarantino e non premiarlo: se abbia partecipato alla cerimonia di chiusura consapevole di questo o meno resterà un mistero. Ma quando è apparso sul red carpet tutti i rumors raccolti fino a quel momento, e che escludevano dal Palmares C'era una volta a Hollywood, sono sembrati fuori pista. Torna a casa con un premio su cui aveva ironizzato: la Palm dog al cane Brandy di Brad Pitt, miglior cane del festival.

Verdetto premia i poveri del mondo e le donne - Vincono un gran bel film perfetto per Cannes, PARASITE del coreano Bong Joon-ho, tre donne su quattro in gara, la politica, ma soprattutto la povertà centrale in tutta questa edizione del Festival di Cannes. Niente invece a IL TRADITORE di Marco Bellocchio, per la quinta volta in concorso sulla Croisette, un vero peccato, perché il film ha subito mostrato la sua vitalità internazionale con vendite in 24 paesi, America compresa. Intanto la Palma d'oro a PARASITE, una storia di ricchi contro poveri, una lotta di classe ravvicinata dove a fare la differenza c'è anche l'olfatto. I poveri puzzano un po' troppo per i ricchi, o almeno, è quello che capita tra le due famiglie protagoniste: i poverissimi Ki-taek e i ricchissimi Park. Il Grand Prix va ad ATLANTIQUE della franco-senegalese Mati Diop, prima regista di origini africane a correre a Cannes, racconta invece chi dalla povertà scappa: i boat-people che dal Senegal si imbarcano verso la Spagna. Ex aequo nel segno della povertà anche al Premio della giuria che va a LES MISERABLES di Ladj Ly ambientato nelle banlieue parigine tra gitani, fratelli musulmani, papponi, prostitute nigeriane, ladri e i poliziotti, e al brasiliano BACARAU di Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles. Un film quest'ultimo dalle molte anime, arcaica, ipermoderna, western, fantascientifica e surreale. Il tutto, ovviamente, all'interno di una linea che divide metafisicamente il mondo ricco da quello povero.

 

 

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