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Asvis, progressi Ue per Agenda 2030, ma Italia con il fiatone

Si inaugura il Festival dello sviluppo sostenibile - IL VIDEO

Negli ultimi anni l'Unione europea ha fatto progressi verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, ma restano criticità e disuguaglianze tra gli Stati membri. In questo quadro, l'Italia ha conseguito risultati peggiori rispetto alla media europea in oltre la metà dei casi. È quanto emerge dagli indicatori compositi presentati oggi dall'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) in occasione dell'evento internazionale "Per un'Europa campionessa mondiale dello sviluppo sostenibile", che inaugura il Festival dello sviluppo sostenibile promosso dall'ASviS e al quale partecipano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e molti esperti nazionali e internazionali.

IL VIDEO


    

L'analisi realizzata dall'ASviS, aggiornata al 2017, traccia l'evoluzione dell'Unione europea e dei suoi 28 Stati membri rispetto al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall'Agenda 2030. In particolare, sono stati calcolati 16 indici compositi per il periodo 2010-2017, i quali sintetizzano 77 indicatori statistici elementari, selezionati a partire da quelli contenuti nel database Eurostat.
    Dallo studio emerge, in particolare, che tra il 2016 e il 2017 si registrano miglioramenti per gli obiettivi 1 (Sconfiggere la povertà), 2 (Sconfiggere la fame), 3 (Salute e benessere), 4 (Istruzione di qualità), 5 (Parità di genere), 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), 10 (Ridurre le diseguaglianze), 11 (Città e comunità sostenibili), 14 (Vita sott'acqua) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide).
    Risultano invece stabili gli indicatori relativi agli obiettivi 7 (Energia pulita e accessibile), 9 (Imprese innovazione e infrastrutture), 12 (Consumo e produzioni responsabili), 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), 15 (Vita sulla terra) e 17 (Partnership per gli obiettivi).
    Con riferimento al 2017, in nove casi l'Italia consegue risultati peggiori rispetto alla media europea (povertà, istruzione, lavoro, innovazione, disuguaglianze, città, ecosistemi marini, governance e partnership), in un caso l'Italia presenta un dato vicino a quello medio europeo (parità di genere), mentre in sei casi l'Italia è in una condizione migliore (alimentazione, salute, energia, economia circolare, cambiamento climatico ed ecosistemi terrestri).
    Dallo studio "emergono luci e ombre, che dovrebbero far attentamente riflettere i leader europei", ha commentato il portavoce dell'ASviS, Enrico Giovannini. "Questi dati costituiscono un quadro di riferimento ineludibile per chi sarà chiamato a guidare le istituzioni europee dopo le elezioni", ha sottolineato.
    In occasione della conferenza, l'ASviS ha avanzato alcune proposte per fare dello sviluppo sostenibile "l'architrave delle politiche europee". L'organizzazione propone di che ci siano quattro vicepresidenti della Commissione europea per ciascuno dei pilastri fondamentali dell'Agenda 2030 (economia, società, ambiente e istituzioni) e un Commissario responsabile della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile. L'ASviS chiede inoltre di orientare maggiormente il Semestre europeo verso l'Agenda 2030.

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