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Papa: riforma nullità nozze inapplicata diocesi Italia

Papa: riforma nullità nozze inapplicata diocesi Italia

'E' importante che non equivalga ad un elevato costo che le persone disagiate che non riescono a sostenere'

20 maggio 2019, 18:22

Redazione ANSA

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Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono ben consapevole che voi, nella settantunesima assemblea generale della Cei e attraverso varie comunicazioni, avete previsto un aggiornamento circa la riforma del regime amministrativo del tribunali ecclesiastici in materia matrimoniale. Tuttavia mi rammarica constatare che la riforma, dopo più di quattro anni, rimane ben lontana dall'essere applicata nella grande parte delle diocesi italiane". Lo ha affermato papa Francesco nel suo intervento di apertura alla 73/a assemblea generale della Cei.

Parlando, nel suo discorso d'apertura alla 73/a assemblea Cei, della sua riforma dei processi matrimoniali, sancita con i due motu proprio del 2015 Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et Misericors Iesu, che introduceva tre tipi di processi - ordinario, 'breviore' e documentale - papa Francesco ha ricordato che "l'esigenza di snellire le procedure ha condotto a semplificare il processo ordinario con l'abolizione della doppia decisione conforme obbligatoria: da ora in poi, se non c'è appello nei tempi previsti la sentenza che dichiara la nullità del matrimonio diventa esecutiva".

L'altro tipo di processo, quello 'breviore', si prevede quando "l'accusata nullità è sostenuta dalla domanda congiunta dei coniugi, da argomenti evidenti", con "prove della nullità di rapida dimostrazione": in questo caso, "la decisione finale di dichiarazione della nullità appartiene al vescovo stesso".

"Sia il processo ordinario che quello 'breviore' - ha proseguito - sono comunque processi di natura prettamente giudiziaria, il che significa che la nullità del matrimonio potrà essere pronunciata solo quando si consegue la certezza morale sulla base degli atti e delle prove raccolte". In ogni caso, il processo 'breviore' "ha introdotto una tipologia nuova: la possibilità di rivolgersi al vescovo e questo poiché la dimensione pastorale del vescovo comprende ed esige anche la sua funzione personale di giudice".

Il Papa ha spiegato quindi che "il vescovo e il metropolita, con atto amministrativo, devono procedere all'erezione del tribunale diocesano, se ancora non sia stato costituito, e nel caso di difficoltà possano anche accedere a un tribunale diocesano o interdiocesano viciniore. Questo è importante". "Questa riforma processuale - ha continuato Francesco - è basata sulla prossimità e sulla gratuità. Prossimità alle famiglie ferite significa che il giudizio, per quanto possibile, si celebri nella chiesa diocesana senza indugio e senza inutili prolungamenti. Gratuità rimanda al mandato evangelico secondo il quale gratuitamente si è ricevuto e gratuitamente si deve dare. Per cui richiede che la pronunzia ecclesiastica di nullità non equivalga ad un elevato costo che le persone disagiate che non riescono a sostenere. E' molto importante". "Sono ben consapevole - ha osservato - che voi, nella 71/a assemblea generale della Cei e attraverso varie comunicazione, avete previsto un aggiornamento circa la riforma del regime amministrativo del tribunali ecclesiastici in materia matrimoniale. Tuttavia mi rammarica constatare che la riforma, dopo più di quattro anni, rimane ben lontana dall'essere applicata nella grande parte delle diocesi italiane".

"Ribadisco con chiarezza - ha detto ancora il Papa - che nel rescritto da me dato nel dicembre del 2015 ho abolito il motu proprio di Pio XI 'Qua cura' del '38 che istituiva i tribunali ecclesiastici regionali in Italia. E pertanto auspico vivamente che l'applicazione dei due suddetti motu proprio trovi la sua piena e immediata applicazione in tutte le diocesi dove ancora non si è provveduto". Secondo il Pontefice, "non dobbiamo mai dimenticare che la spinta riformatrice del processo matrimoniale canonico, caratterizzata dalla prossimità celerità e gratuità delle procedure, è volta a mostrare che la Chiesa è madre e ha a cuore il bene dei propri figli: in questo caso sono figli segnati dalla ferita di un amore spezzato. E pertanto tutti gli operatori del tribunale, ciascuno per la sua parte e la sua competenza, devono agire perché questo si realizzi, e di conseguenza non anteporre null'altro che possa impedire o rallentare l'applicazione della riforma, di qualsiasi natura o interesse possa trattarsi". "Il buon esito della riforma - ha concluso Francesco - passa necessariamente attraverso una conversione delle strutture e delle persone: e quindi non permettiamo agli interessi economici di alcuni avvocati oppure che la paura di perdere potere di alcuni vicari giudiziali freni o ritardi la riforma".

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