Il "Codice di comportamento per i
candidati eletti del MoVimento 5 Stelle alle elezioni
amministrative di Roma del 2016" prevedeva per il sindaco
"'l'impegno etico di dimettersi laddove, in seguito a fatti
penalmente rilevanti", venisse "iscritto nel registro degli
indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S, mediante
consultazione in rete, ovvero i garanti del Movimento, decidano
per tale soluzione...'. Non esisteva alcun automatismo ma un
meccanismo che comportava una valutazione caso per caso". Così
sul blog dei 5 Stelle. La precisazione del M5S è arrivata "in
riferimento alle notizie di stampa secondo cui ieri il
procuratore aggiunto Paolo Ielo, nel corso del dibattimento per
il processo che vede coinvolta Virginia Raggi, ha sostenuto che
l'ipotetico falso sarebbe stato da quest'ultima commesso perché
'in base al Codice etico allora vigente nel MoVimento 5 Stelle
avrebbe dovuto dimettersi' nel caso di iscrizione nel registro
degli indagati".
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