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Thailandia: grotta, cinema e tv già interessati a storia

Thailandia: grotta, cinema e tv già interessati a storia

Pompe hanno ceduto subito dopo salvataggio

BANGKOK, 13 luglio 2018, 12:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Thailandia: foto ospedale,alcuni ragazzi grotta gi in piedi © ANSA/EPA

Thailandia: foto ospedale,alcuni ragazzi grotta gi in piedi © ANSA/EPA
Thailandia: foto ospedale,alcuni ragazzi grotta gi in piedi © ANSA/EPA

Produttori cinematografici e televisivi hanno già espresso forte interesse verso l'incredibile storia dei 12 ragazzi e del loro allenatore recuperati dalla grotta Tham Luang dopo 18 giorni, al termine di un'impresa logistica senza precedenti. Lo ha detto Anan Wongbejarat, direttore generale del dipartimento al Turismo, aggiungendo che alcune case produttrici americane hanno già contattato il dipartimento e fatto sopralluoghi nell'area per studiare la fattibilità del progetto.  "Mezza dozzina di compagnie cinematografiche locali e straniere vogliono usare la grotta come location per le riprese. Ma dovranno aspettare che la grotta venga riaperta al pubblico", ha detto Anan. Il governo ha già annunciato di voler trasformare la grotta in un museo che illustri la storia del salvataggio.

Foto ospedale, alcuni ragazzi grotta già in piedi - Alcuni dei 12 ragazzi thailandesi estratti con il loro allenatore dalla grotta Tham Luang sono già capaci di alzarsi in piedi nella loro camera di ospedale. Lo si vede dalle prime foto del gruppo scattate in ospedale, appena diffuse dalle autorità. Nelle immagini si vede che i ragazzi sono tenuti in camere da sei letti, tutti con la mascherina alla bocca, e in particolare in una di esse tre sono in piedi vicino a un letto. Un'altra immagine mostra i genitori guardare il gruppo dall'altra parte di una finestra trasparente.  In un breve video diffuso dalle autorità, dal loro letto di ospedale alcuni dei ragazzi salutano i genitori oltre la finestra, alcuni dei quali in lacrime di gioia. Due dei ragazzi in piedi, una volta finito di chiacchierare con un compagno, attraversano poi la stanza a piedi per tornare al proprio letto, senza mostrare particolari limitazioni nei loro movimenti. 

Pompe hanno ceduto subito dopo salvataggio  - Ora che l'incubo è finito sorridono, parlano, almeno alcuni di loro camminano. Ma durante il lungo percorso per uscire dalla grotta Tham Luang, dove sono rimasti intrappolati per 18 giorni, i 12 giovani calciatori thailandesi e il loro allenatore sono stati sedati e trasportati legati a una barella. Ma anche fortunati: poche ore dopo l'uscita dell'ultimo ragazzo e del coach, la grotta è tornata ad allagarsi velocemente per l'improvviso cedimento delle pompe, stremate dall'estrazione di acqua non-stop per due settimane. Se una delle preoccupazioni maggiori prima del recupero era il fatto che nessuno dei ragazzi da salvare aveva esperienza di immersioni, un altro video diffuso dai Navy Seal ha fatto vedere come i soccorritori hanno aggirato il problema. I giovani calciatori e l'allenatore sono stati infatti sedati e trasportati in barella lungo un percorso preparato meticolosamente dai soccorritori, in alcuni punti anche con cavi a cui appendere la barella, che in altri tratti è stata fisicamente trasportata a braccio anche dai sei sub del circa centinaio che hanno partecipato al recupero.

Quanto ai farmaci somministrati, è evidente che sono ben più pesanti degli "ansiolitici" menzionati ieri dal premier Prayuth Chan-ocha. Un comandante dei Navy Seal ha rivelato che i ragazzi erano intontiti; alcuni quasi dormivano, altri muovevano lievemente le dita. Tutti sono arrivati comunque coscienti in ospedale. E se l'operazione è stata un enorme successo logistico e di cooperazione internazionale, la componente fortuna ha avuto il suo peso. Alcuni dei sub riemersi a fine missione hanno rivelato che le idrovore principali hanno ceduto poche ore dopo il ritorno in superficie dell'ultimo giovane calciatore e dell'allenatore, tornando velocemente ad allagare la grotta. "La gente ha iniziato a urlare, le luci delle torce illuminavano l'acqua che saliva", ha raccontato uno dei soccorritori, scappati in fretta verso l'uscita che distava un'ora, proprio mentre stavano raccogliendo l'equipaggiamento. Tra quelli usciti per ultimi c'era anche il medico australiano Richard Harris, che ha saputo poco dopo della morte del padre. La buona stella che ha protetto i ragazzi, comunque, è ancora lì. Ventiquattro ore dopo la conclusione di un'operazione che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, sono state diffuse le prime immagini dei 'cinghialotti'. Hanno perso circa due chili di peso ma stanno bene, sembrano di buonumore e parlano tra di loro nella stanza unica dove sono tenuti tutti assieme con la mascherina alla bocca. Almeno tre di essi sono visti camminare.

 


   

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