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MILANO, 23 marzo 2018, 16:44

Redazione ANSA

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La Procura di Milano ha chiesto una proroga per sei mesi delle indagini con al centro il cuore prelevato al San Raffaele a un 48enne milanese e trapiantato a un sessantenne cardiopatico, poi morto nel settembre 2016 all'ospedale San Camillo di Roma. Una richiesta avanzata al gip dato che stanno per scadere, ai primi di aprile, i termini dell'inchiesta e perché gli inquirenti vogliono valutare se effettuare o meno altre attività istruttorie dopo che, nei giorni scorsi, una consulenza depositata agli atti ha accertato che il cuore risultava "idoneo a scopo di trapianto". Nell'inchiesta, che era stata trasferita da Roma a Milano nei mesi scorsi, risultano indagati per omicidio colposo cinque medici, due del San Raffaele e tre del San Camillo. Secondo gli esperti Cristina Basso, Ugolino Livi, Massimo Montisci e Francesco Tona, nominati dal pm Francesco De Tommasi, il "rischio di esito sfavorevole" dell'intervento era da considerarsi "standard e le anomalie riscontrate nel cuore del donatore potevano al più allertare gli operatori per un monitoraggio stretto post-trapianto, ma niente avrebbero potuto fare con l'insufficienza d'organo appalesatasi immediatamente dopo il trapianto".
    I legali dei familiari dell'uomo morto al San Camillo, dopo il deposito della loro consulenza e di quella degli esperti della Procura, hanno già preannunciato che faranno confluire negli atti d'indagine altre note integrative. Gli inquirenti, poi, valuteranno se serviranno ulteriori approfondimenti.
   

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