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Confindustria: Italia al bivio con voto, rischio arretramento

Centro studi alza a +1,5% stima Pil 2018, +1,5% 2017

Confindustria rivede in positivo la stima sul Pil ma avverte anche sui rischi di arretramento con l'imminente voto politico.

Il Centro studi di Confindustria, all'appuntamento con le previsioni macroeconomiche di dicembre, "conferma la crescita del Pil Italiano all'1,5% nel 2017 e la rialza all'1,5% nel 2018 (la precedente stima era del +1,3%)". Dagli economisti di via dell'Astronomia anche la prima stima sulla crescita attesa per il 2019: "Stima +1,2%". L'Italia "è riuscita a restringere, ma non a chiudere, il divario nell'incremento del Pil con il resto dell'Euro area" ma, avverte il CsC, "resta ampia la distanza dal picco pre-crisi".

"Le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e - avverte il Centro studi di Confindustria - disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire il lungo cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro". "Instabililità politica e misure demagogiche per motivi di consenso" nel medio-lungo termine abbassano il "potenziale di crescita": in Italia spiegano "le origini antiche del male di lenta crescita" e sono un "rischio" per la prossima legislatura.

"La forza della crescita globale sta ridimensionando l'importanza dell'incertezza politica sulla stessa congiuntura economica. Nonostante i recenti risultati elettorali rendano più complicata la governabilità perfino in Germania, domanda e produzione continuano ad avanzare apparentemente imperterrite", rileva il CsC. Anche perchè "il peso dell'incertezza è più alto nelle fasi di recessione o stagnazione, quando si aggiunge a difficoltà oggettive e non solo percepite, e là dove ci sono altre debolezze istituzionali (inefficienza della burocrazia, lentezza della giustizia, e così via)". Instabilità politica e le misure demagogiche prese per motivi di consenso "seminano una pianta i cui frutti maturano nel medio-lungo periodo, operando attraverso l'abbassamento del potenziale di crescita, anche per la mancata approvazione di quelle riforme che, al contrario, tale potenziale elevano". E "questo si applica particolarmente all'Italia, sia come spiegazione delle origini antiche del suo male di lenta crescita sia come rischio di non perseverare nella prossima legislatura lungo le linee di politica economica e di cambiamento faticosamente intraprese negli ultimi anni". E' "in questo senso", avverte Confindustria, che "le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro. Quel che è certo è che la chiarezza degli obiettivi e la semplicità degli strumenti, perseguiti e adottati con coerenza per un periodo protratto, incoraggiano gli investimenti e i consumi perché forniscono un ancoraggio alle aspettative positive". Nello scenario globale, secondo gli economisti di via dell'Astronomia, l'espansione "prosegue. La velocità è la più alta dal 2010 ed è in accelerazione sul finire del 2017. Proseguirà robusta nel prossimo biennio. Solo incidenti di percorso, che materializzino uno dei tanti rischi geopolitici che affollano il panorama internazionale in questi tempi, potrebbero farla deragliare".

 

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