Era sospettato da alcune persone di
essere l'autore della violenza sessuale a danni di un minore. Ma
quell'atto non è stato mai accertato. Quella voce però tutta da
verificare - come emerge dalle indagini - sarebbe costata la
vita ad un giovane tunisino, ucciso a Napoli nel 2015 con due
colpi d'arma da fuoco alla tempia.
Il suo cadavere fu bruciato e poi abbandonato in una
discarica. A distanza di due anni gli agenti della squadra
mobile della questura di Napoli hanno arrestato uno dei presunti
autori di quell'efferato omicidio. Un'ordinanza di custodia
cautelare è stato notificata in carcere a Salvatore Sembianza,
37 anni, già detenuto per altra causa. Deve rispondere di
omicidio, porto e detenzione di arma, distruzione e soppressione
di cadavere. A far fuoco fu un altra persona ritenuta legata al
clan Mazzarella, ora diventata collaboratore di giustizia.
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