"Perché Michela non ha
gridato? Perché ha solo sussurrato le sue paure? O forse ha
gridato, ha bussato alle nostre porte, ma il suo grido non ha
trovato ascolto?". Don Mario Tanca, parroco della basilica di
San Gavino, scaglia le sue accuse in un silenzio surreale. Porto
Torres è senza parole. La morte di Michela, la barista di 22
anni che la notte fra il 4 e il 5 novembre si è tolta la vita a
La Maddalena - nell'abitazione di un'amica dalla quale aveva
cercato pace pochi giorni dopo aver denunciato una rapina subita
mentre rientrava a casa da lavoro - è un dolore profondo.
Quello celebrato questo pomeriggio non è stato un funerale
qualsiasi. Lo conferma il grande dispiegamento di investigatori
in borghese inviati dalle Procure di Sassari e di Tempio
Pausania, impegnate su due fronti: da una parte si cerca di far
luce sull'aggressione culminata con il racconto della rapina
subita da Michela, dall'altra si prova a capire chi possa averla
istigata al suicidio.
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