Nato a Firenze nel 1937, Vincenzo Maranghi è stato uno dei protagonisti della finanza italiana. Laureato in giurisprudenza, dopo una breve esperienza come giornalista, nel 1962 entra in Mediobanca, in forza alla segreteria di Enrico Cuccia, di cui diventa il braccio destro e il delfino. Direttore centrale nel 1982, amministratore delegato nel 1988, resta al timone di Mediobanca fino al 2003, quando rassegna le dimissioni dopo un lungo conflitto con gli azionisti bancari. Muore a Milano, in Casa degli Atellani, il 17 luglio 2007. Era un uomo integro e riservato, non rilasciava interviste, poco o niente si sapeva della sua vita privata, del mondo al di fuori della Sua Mediobanca. Quando morì, nel 2007, i più informati fra i giornalisti ne svelarono due passioni nascoste, la pesca e le auto sportive. Ce n’era anche una terza: la fotografia.
Fra diapositive, negativi e positivi, Maranghi ha lasciato un archivio di oltre ottomila immagini, realizzate in un periodo compreso fra il 1981 e il 2002 in diverse località, in Italia e all’estero (Azzorre, Ticino, Camaldoli, Venezia, Dolomiti, …). Il perfetto stato di conservazione dell’archivio, la precisa selezione dei materiali, le sperimentazioni e gli appunti tecnici ritrovati testimoniano, se non il rigore dell’uomo, senz’altro il piacere e la cura con cui si dedicava a questo suo passatempo.
In mostra presso la Galleria Valeria Bella una selezione di trenta significative fotografie, scelte fra le preferite dell’autore; una selezione tratta dal libro “Vincenzo Maranghi. Immagini”, a cura di Elisabetta Goggi e delle Fondazioni Giancarla Vollaro e Piero Portaluppi (Skira, 2013).
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