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Blue Whale: che cosa è e come aiutare i ragazzi

Blue Whale: che cosa è e come aiutare i ragazzi

Polizia postale: vittime 12-17 anni, sempre piu' soli sul web

09 ottobre 2017, 15:56

Anna Lisa Antonucci

ANSACheck

Un computer sequestrato dalla polizia postale in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un computer sequestrato dalla polizia postale in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un computer sequestrato dalla polizia postale in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le 'regole d'ingaggio' sono ferree e crudeli, mirano innanzitutto ad alterare il rapporto veglia-sonno per rendere la persona docile e sottomessa, pronta a seguire un percorso fatto di prove crudeli fino all'ordine finale: 'ucciditi'. "Un fenomeno che viene chiamato con tanti nomi, 'blue whale', 'balena gigante', 'Moby Dick' e che consiste in un percorso di follia di prove estreme che attira, soprattutto, i nativi digitali tra i 12 e i 17 anni". A spiegarlo e' Carlo Solimene, direttore della divisione investigativa della Polizia postale che da tempo lavora per la sicurezza del web e prevenire la diffusione di questa nuova 'moda'.

"Non stiamo parlando di un gioco - chiarisce - ma di un comportamento pericolosissimo e contagioso". "I gruppi che si autocostruiscono sul web - aggiunge Solimene - insistono sull'emulazione, spacciando le prove a cui gli adepti devono sottoporsi come un percorso di coraggio per uscire dall'adolescenza. A rimanere coinvolti sono i ragazzi piu' soli, quelli che hanno una frequentazione massiva con la rete, molti amici virtuali ma quasi nessuno reale".

"Tra le prime indicazioni agli affiliati - prosegue - c'e' quella di non parlare con i genitori di quello che si va facendo, per poi proseguire con lo svegliarsi in piena notte per vedere film horror, e per far questo imbottirsi di caffe', infliggersi tagli e ferite fino ad arrivare a gesti estremi". "Per questo - dice ancora Solimene - non ci stanchiamo di predicare ai genitori l'attenzione nei confronti di alcuni segnali, come l'isolarsi del figlio, la perdita di interesse per lo sport che prima praticava, il peggioramento del rendimento scolastico". Intanto "i nostri specialisti 'spazzano' il web e monitorano costantemente la Rete. Grazie all'inserimento di alcune parole 'chiave' sono in grado di controllare i social e cogliere segnali di allarme".

"Ma - spiega il funzionario - un grande aiuto ci arriva dalla scuola che ha capito l'estrema pericolosita' del fenomeno, anche per il lavoro che come polizia postale stiamo facendo insieme al Miur. Dunque riceviamo segnalazioni sia dai docenti che dai presidi che ci consentono di intervenire per verificare, intervenire e prevenire". E per prevenire Solimene fa appello ai genitori: "Cercate di crescere insieme ai vostri figli anche sul web, lasciatevi incuriosire da cio' che a loro piace, osservate le loro abitudini, siate attenti e se notate segnali di pericolo chiedete aiuto".

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