E' un processo senza imputata ma
soprattutto senza la certezza che sia ancora viva, quello nei
confronti di Meriem Rehailly, la studentessa residente nel
padovano e fuggita in Siria nel 2015 per combattere con il
califfato, che ha registrato oggi al Tribunale a Venezia la
seconda udienza. Tra problemi di traduzione e la certezza di
familiari e difesa, rappresentata dall'avv. Andrea Niero, che la
ragazza sia morta, come avrebbe riferito un'altra simpatizzante
dell'Isis, si sono ricostruiti alcuni passaggi della sua fuga.
Prima quello che la vede impreparata - come ha raccontato chi le
ha venduto i biglietti - tanto da chiedere un tagliando di sola
andata per la Turchia, senza sapere che serviva anche quello di
ritorno. Dall'altra i militari dei Ros che, rispondendo anche
alla Pm Francesca Crupi, hanno ricostruito come la ragazzini si
fosse documentata con un 'manuale' del terrorista sul web.
Poi è stata la volta del padre di origini marocchine il quale ha
ribadito come la figlia sia stata plagiata.
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