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'Rapporti con gli scafisti', anche Msf nel mirino dell'inchiesta

'Rapporti con gli scafisti', anche Msf nel mirino dell'inchiesta

La ong replica: 'Vecchie accuse. Non abbiamo alcuna ricevuto comunicazione'

ROMA, 05 agosto 2017, 17:31

Redazione ANSA

ANSACheck

(archivio) © ANSA/AP

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(archivio) © ANSA/AP

Mentre la Procura di Trapani indaga sulla  ong tedsca Jungend Rettet che operava attraverso nave Iuventa, altre organizzazioni non governative sono oggetto delle verifiche degli investigatori sull'ipotesi di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per veri e propri 'viaggi organizzati' con i trafficanti di profughi dalle coste dell'Africa all'Italia. Secondo notizie pubblicate in prima pagina dal Corriere della Sera e da Messaggero e Mattino, nel mirino delle indagini ancora 'segrete' dello Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia, sulle 'consegne concordate' in alto mare ci sarebbe anche Medici senza Frontiere.

Il Corsera cita l'interrogatorio il 27 febbraio scorso di Cristian Ricci, titolare della Imi Security Service che si occupava dei servizi di sicurezza sulla Vos Hestia di Save the Children: 'In realtà - dichiara a verbale - la nave Iuventa fungeva da piattaforma e quindi si limitava a soccorrere i migranti per poi trasbordarli. Era sempre necessario l'intervento di una nave più grande su cui trasferire i migranti soccorsi dal piccolo natante'. E in alcuni casi, secondo le testimonianze raccolte, imbarcazioni di Msf sarebbero intervenute per soccorrere e trasbordare i migranti senza essere state allertate dalla Guardia Costiera.

Tra le navi i cui movimenti sono ora sotto osservazione, scrivono il Messaggero e il Mattino, ci sono la 'Dignity One', la 'Bourbon Argos' e la 'Vos Prudence'. Nei mesi scorsi, sarebbero stati accertati 'sconfinamenti ripetuti' verso la costa libica ad almeno 8 miglia rispetto alle 12 consentite. 

"Quanto vediamo oggi negli organi di stampa sembra rilanciare accuse che già ci erano state rivolte alcuni mesi fa, a cui non erano seguite altre azioni o informazioni", afferma Medici Senza Frontiere aggiungendo di non aver ricevuto "alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani né da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare".

Msf ribadisce quindi di non aver firmato il Codice di Condotta "perché non conteneva elementi indispensabili per garantire l'efficacia dei soccorsi e i principi umanitari", ma - sottolinea - "ci siamo impegnati formalmente a rispettare la maggior parte degli impegni prescritti, continuando a operare nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali e sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana (MRCC di Roma), ribadendo l'apertura a un confronto costruttivo con tutte le autorità competenti". "Nel frattempo le nostre navi sono in mare e anche in questi giorni hanno effettuato soccorsi, su richiesta e sotto il coordinamento - assicura l'organizzazione - della Guardia Costiera Italiana, come è sempre stato". 

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