Il procuratore capo di Roma, Giuseppe
Pignatone, difende l'impostazione dell'accusa al processo Mafia
capitale, e in particolare la contestazione agli imputati del
reato di associazione mafiosa, che la sentenza non ha accolto.
Intervistato da alcuni quotidiani, il magistrato dice di essersi
preso una notte di riflessione dopo la decisione dei giudici,
"perché le cose si vedono meglio con la testa fredda", e
ribadisce che "in città i clan esistono e io non mi rassegnerò
mai". "Non mi sento sconfitto. E' crimine organizzato, noi
andremo avanti", afferma fra l'altro Pignatone, sottolineando
che comunque la sentenza "ha riconosciuto la sussistenza di
gravi fatti di violenza e corruzione in un contesto di
criminalità organizzata, e ha inflitto pene altissime". Per il
magistrato, "non si può accettare l'idea che a Roma la
corruzione sia un fatto normale o addirittura utile".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA