La gestione del Credito
cooperativo fiorentino è "risultata imprudente quanto ambiziosa,
seguita dalla consapevolezza, maturata dapprima dal senatore
Verdini e, subito dopo, quanto meno a partire dal settembre 2008
anche dal management, di un imminente disastro, ormai
inevitabile". Lo scrivono i giudici del tribunale di Firenze
nelle motivazioni della sentenza con la quale hanno condannato
Denis Verdini, senatore di Ala, a 9 anni e altre 33 persone (tra
i quali gli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei
della Btp) a pene comprese tra 1 anno e 6 mesi e 6 anni.
Condanne che i giudici spiegano con le dimensioni della vicenda,
la "gravità enorme del fatto ricostruito", la "patologia dei
finanziamenti concessi", l'indifferenza "verso la vigilanza" e
lo "spregio delle regole". Lo stato di insolvenza nel quale finì
il Ccf, commissariato nel luglio 2010 dopo 20 anni di presidenza
Verdini, è "ascrivibile a condotte gestionali abnormi ed
irregolari, riconducibili al management", non ai commissari.
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