Una scuola, anche se mancano i fondi,
non può bocciare uno studente se prima non garantisce nei tempi
dovuti un corso di recupero per dare la possibilità di rimediare
a carenze in una materia di studio. Così il Tar della Liguria ha
permesso a una studentessa di un istituto superiore di Chiavari
di opporsi alla non ammissione alla terza classe obbligando la
scuola a rivalutare la sua preparazione dopo il ricorso
presentato dai genitori. La ragazza è stata promossa alla fine
del percorso di applicazione del piano di offerta formativa
(Pof) imposto dal Tar consistente in un corso di recupero di 6
ore e una nuova verifica in matematica, la materia in cui aveva
evidenziato insufficienze. La vicenda giudiziaria si riferisce
all'anno scolastico 2015-2016 ma si è conclusa in questi giorni
con la pronunzia del Tar che ha preso atto dell'ammissione alla
classe successiva verbalizzata dal consiglio di classe a inizio
2017 condannando il Ministero dell'Istruzione al pagamento di 2
mila euro per le spese di giudizio.
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