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Renzi apre a 'Legalicum', scontro con Orlando su affluenza

Ministro: Senza partecipazione perde Pd. Ex premier: 'Siamo 10 milioni'

Nel giorno in cui l'ex Premier apre al dialogo sul'Legalicum', il modello elettorale proposto dal M5s, resta lo scontro con Andrea Orlando sulla soglia minima di partecipazione alla consultazione di domenica. Il Guardasigilli, da Matera, ribadisce che senza un'afflusso massiccio "perde tutto il partito, al di là di chi sarà il vincitore". Quindi apertamente si scaglia contro l'idea che queste primarie siano già "chiuse", dall'esito scontato che lo vedrebbero sconfitto in partenza. "Chi dice queste cose ha sbagliato i calcoli, le storie già scritte non parlano al futuro. Inducono alla rassegnazione. Spingono - osserva Orlando - tanti uomini e donne a stare chiusi in casa ad attendere da spettatori la storia. Invece il 30 aprile andiamo a votare - assicura - per fare la storia".

Ma più tardi, intervistato a "Che tempo che fa", cambia i toni sottolineando la sua delusione per il basso profilo scelto da Matteo Renzi. "Temo che non saranno in molti andare a votare, purtroppo non è stata fatta una gran campagna di queste primarie. E questo è stato un errore, speriamo di rimediare". Sul fronte opposto, l'ex premier e segretario uscente, nel corso di una diretta su Fb di oltre due ore, parla di tutto, dalle Ong ai vaccini, dalla scuola alla legge elettorale, dal 25 aprile. Ma, in effetti, dedica al dibattito interno al partito appena poche battute. "Rinnovo l'invito alla partecipazione, noi siamo perché partecipino il più possibile bla-bla".

Quindi, sempre con un tono ironico, aggiunge: "Andate a votare, mi raccomando, noi siamo per la partecipazione, guai a chi dice che siamo contro". Ma più avanti, rispondendo a una domanda di un ragazzo, rilancia il suo ottimismo avvertendo che con lui "c'è una parte del popolo che vuole il cambiamento". "E' un bel popolo, qui - ammonisce - non si riparte da zero, ma dai 10 milioni di voti delle europee". Del resto, aveva ribadito che per lui le primarie "non sono una rissa interna" ma l'occasione "per parlare all'Italia e non di fare polemica". Il suo obiettivo è piuttosto stringere i tempi. E annuncia già che la sua prima iniziativa da segretario sarà sui temi della scuola. Appena finito il filo diretto online, torna sui numeri, sottolineando che quando un partito porta "centinaia di migliaia di persone a votare per le primarie non si può parlare di flop. Se votano in troppi scatta l'accusa di truppe cammellate - continua Renzi -, se votano in pochi si parla di disamore e disinteresse. Insomma non ne va bene mai una...".

Ma c'è un numero, invece, che gli sta molto a cuore. E' quello dei contatti su Fb della sua linea diretta: "E' stato bellino, no? A parte qualche problema logistico di connessione internet all'inizio mi è sembrato bellino. Ci hanno seguito mezzo milione di persone", annuncia soddisfatto. Infine, contro sia Orlando sia Renzi, si scaglia Michele Emiliano, traendo spunto dalla loro comune appartenenza all'esecutivo: "Entrambi si dolgono col ministro Padoan, ma si dimenticano che fanno e hanno fatto parte dello stesso governo. Non è colpa di Padoan - conclude il Governatore della Puglia - se Renzi si è speso per la flessibilità dell'Unione europea unicamente per supportare il tentativo di vincere referendum costituzionale".

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