"Non rinnego il mio affetto per
Fabrizio, sono delusa, ho rotto i rapporti con lui dopo la
perquisizione in cui vennero trovati i contanti e perché non ero
stata pagata per tutto il mio lavoro, ma io gli voglio ancora
bene, persino oggi". Così Geraldine Darù, ritenuta la 'grande
accusatrice' di Fabrizio Corona (tornato in carcere ad ottobre)
e sua ex collaboratrice, ha risposto a una domanda della difesa
nel processo in cui è imputato per quei circa 2,6 milioni di
euro trovati in parte in un controsoffitto, in parte in Austria.
Darù, come aveva già messo a verbale a fine settembre, ha
raccontato davanti ai giudici di aver custodito per una notte in
un albergo di Milano un "borsone" con dentro mazzette di
contanti in "pacchi bianchi" che Francesca Persi, collaboratrice
di Corona e imputata, portò poi in Austria. E ha riconosciuto
quei pacchi nelle foto mostrate dal pm Dolci e relative a quelli
poi sequestrati. Più volte, però, ha voluto sottolineare che
"Fabrizio era un gran lavoratore, uno stacanovista".
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