Un team di psicologi e mediatori
culturali di Medici Senza Frontiere ha fornito assistenza
psicologica ai superstiti del tragico naufragio del 13 gennaio
al largo della Libia, nel quale avrebbero perso la vita circa
180 persone. I quattro sopravvissuti sono arrivati ieri sera a
Trapani a bordo della Siem Pilot, la nave norvegese che
trasportava oltre a loro anche 34 persone soccorse durante
un'altra operazione di salvataggio, e 4 cadaveri.
I superstiti, una donna e tre uomini di origine etiope ed
eritrea, hanno raccontato la dinamica del disastro che avrebbe
causato 180 vittime, un numero di gran lunga superiore a quello
ipotizzato inizialmente. Il barcone, con circa 195 persone a
bordo, avrebbe subito un guasto ad entrambi i motori e ha poi
iniziato ad imbarcare acqua fino ad affondare del tutto. "Siamo
rimasti in balia delle onde per più di 11 ore prima che
arrivassero i soccorsi" racconta un ragazzo eritreo.
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