Perde definitivamente peso
l'ipotesi di un killer seriale che si aggira nella Bergamasca
dato che è stato accertato che non è stata la stessa mano a
uccidere Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri.
Pur non trascurando nulla, il procuratore capo di Bergamo
Walter Mapelli spegne quella che già dall'inizio per gli
inquirenti era sembrata una ipotesi poco verosimile. La procura
aveva comunque chiesto ai medici legali che hanno eseguito le
autopsie delle due donne di comparare le ferite e verificare
eventuali analogie. Dalla comparazione la conferma che i due
omicidi non sono collegati né collegabili.
Gianna è stata colpita più di una volta, Daniela solo una.
Inoltre il taglio alla gola inferto a Daniela è orizzontale,
mentre è diagonale quello che ha ucciso Gianna. Infine l'arma
con cui è stata sgozzata Gianna ha scalfito anche la spina
dorsale, quella che ha ucciso Daniela, invece, ha praticamente
tranciato le vertebre della spina dorsale.
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