Un rimborso di 22.000 euro chiesto
a un cittadino dall'Inps entro 30 giorni, in un'unica soluzione,
è stato annullato dopo l'intervento del Difensore civico
dell'Emilia-Romagna, Gianluca Gardini.
Sostenendo di aver commesso un errore nel calcolare la
pensione (circa 700 euro mensili), l'Inps sollecitava il
recupero di somme in eccesso versate dal 2011 al 2016, ma il
Difensore ha appurato che, in base alla normativa in vigore, "la
richiesta di restituzione dell'indebito pensionistico è esclusa
nei casi in cui l'errore non sia addebitabile al pensionato". E
dagli accertamenti compiuti è emerso che il cittadino aveva
sempre comunicato correttamente la propria posizione all'Inps,
non commettendo alcun tipo di errore o negligenza. Così, dopo
un'attenta analisi del quadro normativo, il Difensore civico ha
chiesto di annullare la richiesta e l'Inps ha collaborato.
"La restituzione - ha precisato - deve avvenire solo quando
l'indebito si sia prodotto a causa di un comportamento doloso
dell'interessato".
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