Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la
prima foreign fighter italiana che si troverebbe in Siria da due
anni a combattere assieme ai terroristi dell'Isis, "non è una
pazza", ha una "straordinaria pericolosità" e così come gli
altri 'soldati' che hanno raggiunto i territori del sedicente
Stato Islamico dall'Italia e da altri Paesi "fino a ieri viveva
qui tra noi". Lo ha spiegato Maurizio Romanelli, ormai ex capo
del pool dell'antiterrorismo milanese e ora procuratore aggiunto
alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, nel corso
della sua requisitoria nel processo milanese a carico della
giovane, di origine campana e che viveva a Inzago (Milano), del
padre Sergio Sergio, del marito di lei, Aldo Kobuzi, e di altre
tre persone.
Fatima, come ha chiarito Romanelli, "ha approfondito le sue
conoscenze" e "le cose che diceva" via Skype ai suoi familiari,
le "diceva con a fianco un addetto della polizia religiosa
dell'Isis". La requisitoria terminerà nell'udienza del 16
novembre.
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