Una storia degna di un copione da
fiction tv l'hanno definita i Carabinieri, con madre e figlio
nelle vesti di avvelenatori e un terzo uomo ingaggiato come
picchiatore. I due cercavano di uccidere il marito di lei
somministrandogli, mescolato a innocue bevande, massicce dosi di
un anticoagulante che lo hanno fatto finire spesso in ospedale,
a Pescara. Loro, 42 e 22 anni, sono finiti in carcere per
tentato omicidio aggravato e lesioni personali aggravate; ai
domiciliari un trentenne colombiano assoldato per malmenare
l'uomo con una mazza da baseball. L'indagine parte da
un'attività di intercettazione telefonica iniziata dopo la
denuncia di un'aggressione subita dalla donna il 28 giugno.
"Le indagini non sono state semplici e anche i medici hanno
avuto difficoltà a capire perché l'uomo, 52enne, stava così
male" spiega in conferenza stampa il tenente Antonio Di Dalmazi,
alla guida dei carabinieri del Nor della Compagnia di Pescara.
"Poi l'invio di un campione di sangue al Centro Antiveleni di
Pavia e la svolta". E' stata infatti scoperta la presenza nel
sangue del 52enne di tracce dell'anticoagulante. A casa dei due
arrestati i Carabinieri hanno recuperato timbri falsi di medici
e ricette false, scatole del farmaco e adrenalina. Prezioso
anche il lavoro dei carabinieri del Nas di Pescara. Per
procurare all'uomo lesioni che sapevano non si sarebbero
rimarginate, vista l'assunzione del potente farmaco, madre e
figlio avevano organizzato un agguato, assoldando due soggetti
che il 10 luglio scorso lo hanno picchiato; uno dei due è
attualmente ricercato. Le ordinanze di custodia sono state
emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea su
richiesta del pm Rosangela Di Stefano.
"Siamo riusciti a venire a capo di una storia incredibile,
scoprendo un piano che ha fatto rischiare la vita all'uomo
ricoverato più volte in ospedale a Pescara" ha detto il
comandante provinciale colonnello Paolo Piccinelli. Ora si
lavora sul movente.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA