Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Strangolata dal fidanzato, lo Stato risarcisca la madre

Strangolata dal fidanzato, lo Stato risarcisca la madre

Delitto nel 1991. Condanna per inadempimento a direttiva europea

BOLOGNA, 07 giugno 2016, 16:35

Redazione ANSA

ANSACheck

Toghe in aula - RIPRODUZIONE RISERVATA

Toghe in aula - RIPRODUZIONE RISERVATA
Toghe in aula - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ministero della Giustizia e Presidenza del Consiglio devono risarcire con 100 mila euro la madre di Rossana Jane Wade, 19enne strangolata dal fidanzato il 2 marzo 1991 a Fiorenzuola, nel Piacentino. Lo stabilisce una sentenza del giudice civile di Bologna Alessandra Arceri: la condanna è per l'inadempimento dell'Italia a una direttiva europea, che prevede l'indennizzo dello Stato in caso di reati violenti dolosi quando non sia possibile conseguirlo dal reo. La madre è assistita dall'avv.Claudio Defilippi. 

La ragazza, che lavorava in un bar, fu assassinata e gettata in un casello ferroviario abbandonato nella zona di Fiorenzuola. Per l'omicidio il fidanzato, Alex Maggiolini, è stato condannato a 15 anni e 8 mesi, sentenza definitiva dal 1995. La sentenza penale prevedeva anche il risarcimento alle parti civili, ma la madre non ha mai ottenuto il ristoro dei danni, dal momento che il condannato è nullatenente. La direttiva europea 80 del 2004, su cui si è basato il ricorso, conferisce alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza un indennizzo equo e adeguato.

La madre, Letizia Genoveffa Marcantonio, aveva chiesto in tutto 250 mila euro per l'inadempimento da parte dello Stato italiano della norma dell'Unione Europea. Il giudice Arceri, nel ritenere corretta la pretesa risarcitoria, ha ricordato che la Commissione europea ha indirizzato il 17 ottobre 2013 un parere motivato all'Italia, accusandola di non aver adottato i provvedimenti necessari per modificare la propria legislazione, al fine di ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa europea: la conseguenza è che alcune vittime di reati intenzionali violenti potrebbero non aver accesso all'indennizzo cui avrebbero diritto, proprio sul presupposto che l'ordinamento italiano non dispone di un sistema generale per tutti i reati intenzionali violenti, lasciando così prive di tutela le vittime di alcuni di essi, particolarmente gravi, come rapina, sequestro di persona e omicidio. Lo Stato, secondo il giudice, ha adempiuto quindi solo parzialmente all'obbligo, emettendo leggi che tutelano esclusivamente le vittime di terrorismo, strage o delitti di mafia. La pretesa risarcitoria, dunque, "trae linfa nel comportamento antigiuridico dello Stato italiano", da un lato, e nel danno ingiusto subito dalla madre, "causalmente ricollegabile" proprio al comportamento dello Stato.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza