Nella pipeline gestita dalla raffineria genovese Iplom che ha collassato domenica 17 aprile provocando lo sversamento del greggio nel Polcevera e nel Fegino "potrebbero esserci altri punti critici". Lo ha detto il procuratore capo Francesco Cozzi che con il sostituto Walter Cotugno sta portando avanti l'inchiesta per disastro ambientale colposo. Il timore si sarebbe concretizzato dopo gli accertamenti conseguenti al sequestro della condotta.
Sopralluogo del ministro dell'Ambiente Galletti sul rio Fegino, uno dei corsi d'acqua di Genova che sono stati interessati dallo sversamento di greggio causato dalla rottura di una tubatura dell'oleodetto Iplom di Busalla il 17 aprile.
"È terminata la fase d'emergenza: valuteremo il danno, faremo un progetto di bonifica che possa ripristinare i luoghi. Non voglio fare trionfalismi ma i lavori, grazie a un buon lavoro di squadra, hanno dato un risultato positivo ma non ci dobbiamo fermare. Resta il disastro ambientale. Il lavoro non finisce qui. Oggi comincia il lavoro più difficile, quello della bonifica". Ha detto il ministro. "Chi inquina deve pagare, ma in Italia c'è un problema di controlli. Stiamo approvando una legge che permetterà a Ispra, l'agenzia nazionale di protezione ambientale, di dettare delle regole sui controlli".
"Mi sono raccomandato con tutti i soggetti del tavolo tecnico affinchè questa vicenda continui ad essere trattata con la massima trasparenza. Tutti i dati raccolti dai diversi enti impegnati nella bonifica devono essere comunicati alla popolazione. Non abbiamo niente da nascondere".