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Infermiera Piombino: 'Fate l'autopsia'. Ma la morta era già cremata

Infermiera Piombino: 'Fate l'autopsia'. Ma la morta era già cremata

Finse con i Nas di non saperlo. A una collega disse: 'è la nostra parola contro loro'

PIOMBINO (LIVORNO), 03 aprile 2016, 11:14

Redazione ANSA

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farmaci sequestrati dai carabinieri durante l 'operazione che ha portato all 'arresto di un 'infermiera accusata della morte di alcuni pazienti all 'ospedale di Piombino - RIPRODUZIONE RISERVATA

farmaci sequestrati dai carabinieri durante l 'operazione che ha portato all 'arresto di  un 'infermiera accusata della morte di alcuni pazienti all 'ospedale di Piombino - RIPRODUZIONE RISERVATA
farmaci sequestrati dai carabinieri durante l 'operazione che ha portato all 'arresto di un 'infermiera accusata della morte di alcuni pazienti all 'ospedale di Piombino - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo il tredicesimo morto anomalo all'ospedale di Piombino, il 29 settembre 2015, l'infermiera Fausta Bonino subisce la pressione degli investigatori del Nas e viene interrogata di nuovo: in questa occasione li sfida a fare l'autopsia al cadavere di Marcella Ferri, che era deceduta il 9 agosto 2015. Fu un bluff, perché il corpo era stato cremato. Fausta Bonino lo sapeva, ma con gli investigatori finse il contrario, sapendo di andare sul sicuro e pensando di alleggerire la sua posizione. Ormai aveva capito di essere la sospettata principale delle indagini. E' quanto si ricava dall'ordinanza del gip Antonio Pirato. La Bonino parla della cremazione di Marcella Ferri con una collega infermiera in telefonate intercettate. 

L'1 ottobre 2015, il giorno prima del nuovo colloquio col Nas, che ormai si stavano convincendo della sua colpevolezza, diceva alla collega "... l'hanno cremata, non possono fare riscontri che la faccenda è chiusa, la loro parola contro la nostra". Frase che però, al momento, non significa coinvolgimento di altri sanitari.

- LA VICENDA -

L'1 ottobre 2015, il giorno prima del nuovo colloquio col Nas, che ormai si stavano convincendo della sua colpevolezza, diceva alla collega "... l'hanno cremata, non possono fare riscontri che la faccenda è chiusa, la loro parola contro la nostra". Frase che però, al momento, non significa coinvolgimento di altri sanitari.

Quello di Marcella Ferri è l'unico caso dei 13 omicidi in corsia a Piombino in cui c'è una denuncia dei familiari. Il figlio Francesco Valli fece reclamo dopo la morte della madre, disse di aver visto la Bonino iniettare alla madre nel braccio "un liquido trasparente". E la stessa Bonino sarebbe stata sentita dire: "Almeno così dorme". Poi allontanò il figlio dalla stanza. Circa un'ora dopo Marcella Ferri morì per un arresto cardiaco e ancora è da capire che farmaco le fu iniettato perché questo è l'unico dei 13 casi in cui la causa non fu un'emorragia da anticoagulante Eparina.

Nei prossimi giorni potrebbero arrivare alla procura di Livorno le denunce di familiari delle vittime che solo grazie all'inchiesta hanno compreso il reale motivo della morte dei loro congiunti. E forse gli esposti relativi ad altri decessi per ora rimasti fuori dall'inchiesta. Intanto la Regione Toscana ha disposto un audit sulla vicenda dell'ospedale di Piombino che sarà affidato ad una commissione.
   

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