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Uranio: militare ammalato, il Consiglio di Stato riconosce la causa di servizio

Ona: l'utilizzo dei proiettili con l'impoverito si somma al rischio di esposizione all'amianto

    Si è ammalato per aver inalato e toccato polvere di uranio impoverito durante le missioni militari all'estero, in Somalia e nel Golfo Persico: lo ha stabilito il Consiglio di Stato riconoscendo così la causa di servizio, rende noto oggi l'Osservatorio nazionale sull'amianto (Ona).
    Lorenzo Motta, militare della Marina, avrebbe dunque contratto il Linfoma di Hodgkin, un tumore alle ghiandole linfatiche, perché esposto all'uranio impoverito durante la sua attività in servizio in territori toccati dall'unità navale su cui era imbarcato. L'uomo, originario di Palermo, ha partecipato fin dai primi anni Duemila a diverse missioni italiane all'estero e nel 2006 aveva chiesto al Ministero della Difesa che fosse riconosciuta la dipendenza della patologia da causa di servizio. Già il Tar del Lazio aveva accolto la sua richiesta e ora il Consiglio di Stato, con una sentenza dello scorso 29 febbraio, lo ha confermato accogliendo le tesi difensive sostenute dai legali Pietro Gambino del Foro di Sciacca (Agrigento) ed Ezio Bonanni (presidente dell'Ona) del Foro di Roma.
    L'Ona da tempo assiste tutti i militari ed ex militari esposti e vittime dell'uranio impoverito e di altri cancerogeni e patogeni e ha proposto ulteriori ricorsi giudiziari già in corso di notifica. "L'utilizzo dei proiettili con uranio impoverito nei militari - afferma la onlus - si somma al rischio di esposizione all'amianto. Le alte temperature polverizzano anche i materiali contenenti amianto presenti nei mezzi corazzati e blindati e nelle stesse strutture ed installazioni con cemento amianto, quest'ultimo utilizzato anche come ignifugo, e quindi si è venuto a determinare un sinergismo diabolico tra amianto e uranio che è ancora misconosciuto all'opinione pubblica e non tenuto in adeguata considerazione ai fini preventivi, diagnostici e risarcitori".

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