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Conflitto interessi: Da un anno e mezzo il dibattito in Parlamento. Che fine ha fatto?

Dopo l'ok in commissione Affari Costituzionali alla Camera sarà in Aula a Montecitorio il 22 febbraio

Redazione ANSA

E' da un anno e mezzo che in Parlamento si parla di conflitto di interessi. Il 6 giugno del 2014, infatti, in commissione Affari Costituzionali alla Camera si avviò il dibattito su una serie di sei proposte di legge sull'argomento, la prima a firma del sottosegretario Pd, Gianclaudio Bressa. A partire dalla fine del 2015 un comitato ristretto della commissione ha lavorato a un testo base proposto dai relatori, Francesco Sanna (Pd) e Paolo Sisto (Fi) e adottato per l'esame. La commissione ha dato infine l'ok al testo il 18 febbraio e il conflitto di interessi andrà in Aula a Montecitorio il 22 febbraio.

Mettere mano a questa materia è tra gli obiettivi dichiarati dal governo. Dopo l'esame di Montecitorio il testo dovrà passare al vaglio del Senato.

COME FUNZIONA NEGLI ALTRI PAESI NEL DOSSIER DELLA CAMERA

Ecco le misure principali approvate finora.

- DA MINISTRI A PARLAMENTARI, CHI RIGUARDA. Le nuove norme, riguardano chi ha incarichi di governo nazionale e regionale. Con regimi differenziati riguardano anche i membri del Parlamento e i consiglieri regionali.

- ARRIVA BLIND TRUST ALL'ITALIANA. Beni e attività patrimoniali dei membri del governo vengono affidati in gestione, attraverso il meccanismo del blind trust ritoccato seguendo la tradizione giuridica italiana. Due le situazioni in cui scatta: quando il titolare di una carica di governo possiede, anche per interposta persona, partecipazioni rilevanti in settori chiave; oppure quando gli interessi patrimoniali e finanziari condizionano l'attività di governo.

- BENI IN VENDITA O DIMISSIONI. L'Antitrust può disporre che chi è al governo venda i propri beni e le attività principali. In alternativa, scaduto il tempo, scattano le dimissioni.

- CONTROLLO AD ANTITRUST. L'Autorità verifica e ha poteri di indagine, anche usando le banche dati. I provvedimenti sono pubblicati online. Cambiano i criteri di nomina: i componenti salgono da tre a cinque e saranno eletti dal Parlamento.

- DOVERE DI INFORMARE NON SOLO PER CHI GOVERNA, ANCHE PER PARENTI. Le dichiarazioni devono essere rese all'Antitrust anche da parte del coniuge, dei parenti entro il secondo grado e del convivente. Si rischiano non solo multe (multa da 5 a 50 mila euro) ma anche un anno di carcere.

- C'E' ANCHE IL DOVERE DI ASTENSIONE. Scatta quando il provvedimento reca vantaggi economici al titolare.

- SE INCOMPATIBILI, POSSIBILE DECADENZA. Chi va al governo non può avere altre cariche pubbliche, svolgere un impiego, esercitare attività professionale, attività imprenditoriali, avere cariche, uffici o compiti di gestione in imprese o società pubbliche e private, in fondazioni. Accertata l'incompatibilità da parte dell'Autorità, chi governa deve scegliere. Se non sceglie, decade.

- SE C'E' CONFLITTO, MULTE SALATE E CDM PUO' ANNULLARE ATTO. Un atto emanato violando le nuove regole in materia di astensione non decade automaticamente ma sarà il Consiglio dei ministri a decidere. Previste comunque multe salate, dal doppio al quadruplo del vantaggio economico incassato. E' comunque uno dei nodi che rimangano da affrontare in aula.

- RAFFORZATA L'INELEGGIBILITA'. Rispetto a oggi il conflitto di interessi riguarda anche i proprietari reali (e non solo gli amministratori) delle imprese per le quali è prevista l'ineleggibilità. Inoltre non si potranno cedere le attività che possono generare conflitto al coniuge o a i parenti o al convivente.

- STRETTA PER CONSIGLIERI REGIONALI. I consiglieri regionali saranno ineleggibili se hanno la titolarità o il controllo indiretto di un'impresa economicamente rilevante in regime di autorizzazione o concessione rilasciata dallo Stato o dalla Regione.

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