Il sospetto che, sotto al disordine di una persona caotica, ci fosse tanta genialità c'è sempre stato. Ma oggi la scienza lo conferma. L’autore americano Steven Johnson,nel suo ultimo libro, ha illustrato le teorie del neuro-scienziato Robert Thatcher dimostrando che le idee devono mescolarsi per generare il genio. Lo riporta Skuola.net.
Il prof ti rimprovera perché il tuo banco è sempre pieno di penne, quaderni e libri alla rinfusa? Hai lo zaino pieno di fogli scarabocchiati e tua madre non fa altro che ricordarti di mettere a posto la scrivania? Non starli a sentire! Più sei disordinato, più sei brillante. Può sembrare strano, ma è quello che sostiene l'autore americano Steven Johnson nel suo libro “Da dove vengono le buone idee: la storia naturale dell’innovazione”, come racconta il Time. Johnson è molto popolare in America e ha già scritto famosi bestseller su scienza e tecnologia: stavolta ha esaminato l'origine della creatività, e partendo dagli esperimenti del neuroscienziato Robert Tatcher afferma che non può essere che caotica. Questo perché le idee devono potersi muovere, creare connessioni e stimolare pensieri: e questo è decisamente più difficile per chi segue rigidi schemi.
In pratica, per una mente creativa meglio essere caotici che organizzati, meglio essere aperti a stimoli diversi più che cercare l'assoluta perfezione. Tuttavia questo non vuol dire che, per avere buone idee, bisogna disperdersi in mille cose senza riuscire a portarne avanti neanche una. Dedicarsi a fondo a qualcosa non limita la creatività, sostiene Johnson. Anzi, le idee producono altre idee. Tuttavia è indispensabile non fossilizzarsi, ma anzi cercare sempre di trovare nuove applicazioni e possibilità: per questo quando è necessario partorire un'intuizione davvero geniale è utile utilizzare il brainstorming, intrecciare le proprie idee con quelle degli altri. Se applichiamo questa teoria allo studio, può essere utile studiare in coppia o in gruppo, per tirare fuori il meglio della creatività dal nostro cervello.