I quartieri più a rischio di Milano per i furti nel 2015? Buenos Aires, Lambrate, Loreto, Città Studi e Porta Romana. Dati al netto dell'effetto che Expo potrebbe avere sui comportamenti criminali ma che posso risultare utili alle Forze dell'ordine per prevenire le mosse dei 'topi d'appartamento' e adeguare i propri controlli per contrastare un fenomeno che rappresenta un problema europeo: in Italia dal 2008 al 2013 sono aumentati del 61%, del 45 % in Francia e del 33 in Spagna con l'eccezione dell'Inghilterra che ha visto un calo del 27%.
Al crollo inglese hanno contribuito anche le mappe previsionali come quelle elaborate in Transcrime research in brief - Serie Italia, il lavoro realizzato dal Centro di ricerca Transcrime, diretto dal professor Ernesto Savona, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell'Università degli studi di Trento, in collaborazione e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno. Una collaborazione destinata a continuare dopo la firma della Convenzione tra l'Ateneo milanese e il Dipartimento, rappresentato oggi dal capo della Polizia, Alessandro Pansa.
Il lavoro, hanno spiegato i ricercatori, "ha dimostrato come una parte dei furti in abitazione possa essere prevista partendo dall'analisi dei dati disponibili". "La ricerca - è stato osservato - ha da prima evidenziato caratteristiche e andamenti dei furti in abitazione in tutta Italia utilizzando i dati fino a dicembre 2014. Poi ha utilizzato un approccio innovativo per sviluppare un modello preventivo testato su tre città italiane (Milano, Roma e Bari) per di dimostrare come pochi luoghi critici concentrino un numero considerevole di reati".
Quali sono i fattori "più influenti" per i quali a Milano ma non solo i furti si sono concentrati nel 2014 in una sezione molto ristretta di territorio comunale? Secondo il ricercatore di Transcrime Marco Dugato: l'alta densità di furti l'anno precedente, l'alta densità abitativa e gli alti valori immobiliari. I fattori "influenti" sono invece: l'alta percentuale di anziani residenti, l'altra presenza di negozi "Compro Oro" e la presenza di edilizia residenziale pubblica. Tra i fattori a rischio ritenuti di "debole o nulla influenza": l'alta percentuale di stranieri residenti, bassa densità abitativa; bassa percentuale di votanti; Bassi valori immobiliari; presenza di campi nomadi e presenza di Ser.T.
Sulla scorta dei dati elaborati, le zone più a rischio di Roma sono nel centro Storico (Ponte, Monti, Esquilino, Trastevere, San Giovanni) e nei quartieri Appio, Tuscolano, Aurelio, Trieste e Nomentano. A Bari i quartieri Libertà, Murat, Madonnella e Carassi. L'esperienza potrebbe estendersi anche ad altre città (e qualche prefetto presente alla presentazione all'Università Cattolica di Milano l'ha anche chiesto).