Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mafia, arrestato boss latitante Mazzei nel Catanese

Mafia, arrestato boss latitante Mazzei nel Catanese

Figlio di Santo 'U carcagnusu', legato a Bagarella e Brusca

CATANIA, 10 aprile 2015, 09:20

Redazione ANSA

ANSACheck

Una foto d 'archivio di Santo Mazzei - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una foto d 'archivio di Santo Mazzei - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una foto d 'archivio di Santo Mazzei - RIPRODUZIONE RISERVATA

CATANIA - Il boss latitante 'Nuccio' Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto 'U carcagnusu', detenuto al 41bis, 'uomo d'onore' collegato a Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, è stato arrestato dalla polizia di Stato di Catania in collaborazione il Servizio centrale operativo di Roma. Ritenuto alla guida dall'omonimo clan mafioso, era irreperibile dall'aprile dello scorso. Agenti della squadra mobile lo hanno catturato a Ragalna, paese etneo dove si nascondeva con la moglie. 'Nuccio' Mazzei non era armato. 'Nuccio' Mazzei era latitante dall'aprile del 2014 quando sfuggì al blitz 'Scarface' della guardia di finanza di Catania. Secondo l'accusa, il boss e i suoi più stretti collaboratori gestivano direttamente degli affari dei 'Carcagnusi', e in particolare il "reinvestimento dei proventi derivanti dalle attività illecite - e non soltanto estorsioni, ma anche bancarotte aggravate dal metodo mafioso - nel circuito legale, attraverso l'acquisto di attività economiche, tutte fittiziamente intestate a prestanome". Sebastiano Mazzei era ancora irreperibile l'8 luglio 2014 quando Dia di Catania e Carabinieri di Randazzo eseguirono l'operazione antimafia 'Ippocampo'. Il boss era accusato di associazione mafiosa e traffico di droga in collegamento con organizzazioni criminali calabresi della Piana di Gioia Tauro. Secondo l'accusa, il clan esercitava una posizione di predominio criminale nel rione San Cristoforo di Catania e, secondo quanto riferito da più pentiti alla Dda della Procura, avrebbero avuto un ruolo nel progetto di guerra di mafia tra i 'Carateddi' e la 'famiglia' Santapaola scongiurata dagli arresti delle forze dell'ordine.

Il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, secondo quanto si è appreso, ha telefonato al questore di Catania, Marcello Cardona, per "congratularsi con lui e i suoi uomini per il brillante lavoro che ha portato alla cattura del boss Sebastiano Mazzei", figlio dello storico capomafia Santo, detenuto in regime di 41bis e fatto uomo d'onore nel 1992 da Leoluca Bagarella.
    

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza