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1 GENNAIO - Verso il Quirinale/ Napolitano, e ora via a corsa "serena" per Colle

Dopo passaggio delle consegne simbolico con monito alla politica

Milena Di Mauro

1 GENNAIO

Lo ha detto con nettezza, Giorgio Napolitano: "Parlamento e forze politiche si preparino serenamente alla prova dell'elezione del nuovo Capo dello Stato". Come un padre che sistema le cose di famiglia prima di allontanarsi ed affidare ad altri la cura di ciò che ha costruito con tutta la dedizione possibile ("ho fatto del mio meglio per rafforzare l'unità nazionale, sanare le ferite che aveva subito, ridarle l'evidenza che aveva perduto", dice nel discorso di fine anno che è davvero un testamento spirituale e politico) Napolitano chiede che nulla vada sprecato, che la politica non pensi di riesibirsi nel penoso spettacolo che nel 2013 lo portò obtorto collo a prolungare il suo settennato, pur già in età avanzata e consapevole di limiti che oggi gli fanno dire un basta definitivo. Il Presidente chiede di andare avanti recuperando "una ragionata fiducia in sé stessi", portare a compimento quel cammino di riforme e risanamento che tanto impegno gli è costato, di farlo mettendocela tutta. Ora davvero si apre la partita della successione.

E se le raccomandazioni dell'anziano Presidente, dice lui stesso, "hanno per destinatario chi presto mi succederà", chiamati in causa sono quelli che ancor prima dovranno designare il successore, farlo ritrovando coesione, forza, percezione del valore dell'unità nazionale. "Sarà una prova di maturità e responsabilità nell'interesse del Paese", per tornare alla normalità costituzionale, dice Napolitano. Il passaggio delle consegne è simbolicamente avvenuto, anche se adesso si attenderà per le dimissioni ufficiali la metà di gennaio, dopo il discorso di chiusura del semestre italiano Ue del premier Matteo Renzi, quando il Presidente del Senato Pietro Grasso assumerà per 15 giorni la supplenza della carica, il Presidente della Camera Laura Boldrini convocherà il Parlamento in seduta comune (1009 grandi elettori tra deputati, senatori e delegati regionali) per arrivare all'elezione nella prima metà di febbraio. Sarà il primo banco di prova (dopo l'intesa sulla legge elettorale) per una politica che, dice il Presidente non voglia "essere bollata come inadeguata e inetta".

Uomo o donna, tecnico o politico, forte o debole, il prossimo Presidente della Repubblica e la maggioranza (non si sa quanto ampia) che lo eleggerà avranno un condizionamento forte nello sguardo che dallo studio alla Palazzina Napolitano ha posato sull'Italia, pieno di ottimismo e di preoccupazione, di fiducia e di consapevolezza dei problemi ancora aperti. L'identikit di un nuovo Capo dello Stato autorevole, capace come ha detto Renzi di esercitare funzioni politiche con la 'P' maiuscola, indipendente e in grado di rappresentare tutti nel nome della coesione nazionale, sembra logicamente tracciato per il Quirinale, dopo l'ultimo saluto ottimista e pieno di speranza di Napolitano agli italiani, che è anche un monito al Parlamento e alla politica.

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