"Putin? Prima ci vedevamo e ci
sentivamo di più, ora non ci incontriamo più da un anno e mezzo,
forse mi rimprovera la caduta dell'Urss": lo ha raccontato
Mikhail Gorbaciov, il padre della perestroika, presentando ieri
sera a Mosca il suo ultimo libro, 'Dopo il Cremlino'.
"L'ho incrociato in occasione della festa del 12 giugno, non
volevano che mi avvicinassi, sono riuscito a malapena a
stringergli la mano", ha proseguito.
"Forse pensa qualcosa di male su di me, forse mi rimprovera
il crollo dell'Urss (che Putin ha definito la peggior catastrofe
geopolitica del XX secolo, ndr), ma non fui io a farla cadere.
Fu un tradimento, io volevo una nuova Unione, anche se forse non
ho usato tutte le mie possibilità", ha ammesso, sostenendo che
per lui "il colpo più duro fu il silenzio della gente, della
società russa, dopo lo scioglimento dell'unione sovietica".
Nonostante i suoi 83 anni e le precarie condizioni di salute,
Gorbaciov è apparso in forma e scherzoso, come quando ha
squillato il suo telefono proprio mentre parlava di Putin: "Chi
mi sta chiamando? Che sia Vladimir Vladimirovich?".
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