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Thokozile Masipa

2/a nera magistrato in Sudafrica. Severa con violenza su donne

   ROMA - La giudice Thokozile Masipa, che ha condannato Oscar Pistorius a cinque anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, è stata una dei protagonisti del processo, tra i piu' mediatici e delicati degli ultimi decenni.
    Nata 66 anni in una famiglia povera della più popolosa township nera del Sudafrica, quella di Soweto, a Johannesburg, e' diventata la seconda donna nera a diventare giudice nel dopo apartheid.
    Matilda Masipa, in eta' adulta cambiò il suo nome in Thokozile, parola che in lingua Zulu significa "felice".
    Frequentò le scuole nella township di Alexandra negli anni Sessanta e gli studi di legge presso la University of South Africa a Pretoria. Poi lavorò come cronista giudiziaria per vari giornali e assistente sociale. E' solo nel 1991, quando il regime segregazionista è ormai alla fine, che diventa avvocato e poi giudice della sezione del Gauteng (lo Stato che ospita la capitale Pretoria) dell'Alta Corte, la Corte d'Assise.
    In molti, anche prima che le venisse affidato il caso Pistorius, l'avevano già eletta a esempio per i giovani neri, in un Sudafrica che a fatica cerca di uscire da un'enorme disparità economica e di far sorgere una classe dirigente nera che possa prendere le redini del Paese.
    "Dobbiamo fare ancora molta strada", dice Masipa in un'intervista alla Bbc, spiegando che la sua carriera "fa la differenza". Inoltre, "alcuni uomini semplicemente non sono abituati a prendere ordini da una donna".
    Professionalmente viene giudicata estremamente seria, equilibrata e anche "impassibile": il suo contegno in aula durante gli oltre sei mesi di udienze del processo per l'omicidio di Reeva Steenkamp non ha rivelato nulla dei suoi orientamenti. Ed anche oggi, prima di pronunciare la sentenza contro l'atleta, ha fatto per 40 minuti un puntiglioso elenco delle testimonianze e dei precedenti giudiziari che l'hanno confortata nella sua decisione. Decisione che, ha scandito all'inizio della lettura della sentenza, "è mia e soltanto mia".
    Intervenuta poco nel dibattimento, ha fermato l'accusatore Gerrie Nel quando strapazzava Pistorius nel suo controinterrogatorio.
    E' nota anche per la sua severita' nel giudicare i casi di violenza sulle donne: nel 2009 ha inflitto 252 anni di reclusione a un uomo che ha violentato almeno tre donne in rapine domestiche ed ha spedito all'ergastolo un poliziotto colpevole d'aver assassinato la moglie separata durante un litigio.
    La sentenza finale per Pistorius è in equilibrio tra i dieci anni chiesti dall'accusa e l'affidamento ai servizi sociali, come avrebbe voluto la difesa. Nella consapevolezza, come ha detto, che "giudicare un uomo non è una scienza esatta". (ANSA).
   

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