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Suore uccise, missionari non credono alla pista della polizia

Suore uccise, missionari non credono alla pista della polizia

Burundi, 'omicidi commessi da più assassini che conoscevano la missione'

11 settembre 2014, 20:27

Redazione ANSA

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Un momento del rosario per ricordare le missionarie uccise - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento del rosario per ricordare le missionarie uccise - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un momento del rosario per ricordare le missionarie uccise - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il massacro delle tre suore italiane missionarie in Burundi resta un caso aperto: questo almeno quanto pensano i missionari che si trovano sul posto. L'arresto del presunto autore da parte della polizia sarebbe dunque solo un tentativo di depistaggio. "Non crediamo a questa pista. L'arresto di questa persona è un pretesto per deviare le indagini sull'uccisione delle nostre sorelle" dice chiaramente all'Agenzia Fides suor Delia Guadagnini, ex Superiora regionale delle Missionarie Saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi, che conosceva bene le tre suore. Suor Delia si trova in questo momento in Africa per accompagnare le consorelle uccise nella città congolese dove verranno sepolte. E annuncia: "Io vado a prendere il posto lasciato dalle sorelle uccise". La polizia burundese aveva comunicato nei giorni scorsi di avere arrestato il colpevole dell'omicidio delle tre missionarie saveriane, suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernadetta Boggian, uccise domenica 7 settembre nella missione di Kamenge, un quartiere settentrionale di Bujumbura, capitale del Burundi. Secondo le forze dell'ordine, Christian Claude Butoyi, 33 anni, avrebbe massacrato le tre religiose perché convinto che il loro convento sia stato costruito su un terreno che apparteneva alla sua famiglia. "Non pensiamo che questo orribile crimine sia stato commesso da una sola persona - commenta suor Delia Guadagnini -. L'impressione è che sia stata più di una persona e che, è orribile dirlo, 'conoscesse il mestiere', oltre a conoscere molto bene la nostra casa. Il Signore saprà giudicare. Noi comunque andremo avanti con la nostra missione". La religiosa prosegue: "Ieri mattina a Bujumbura, ai funerali delle nostre sorelle, ci siamo sentite confortate dalla presenza di un numero vastissimo di persone, dalle più semplici alle autorità". Subito dopo i funerali è iniziato il viaggio del corteo funebre fino alla Repubblica Democratica del Congo dove verranno sepolte. Suor Delia si augura che "il sangue versato porti nuove vocazioni alla Chiesa e all'Africa. Noi le aspettiamo. Spero che la gioventù italiana si senta colpita da questo evento"

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