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Birra monaci Norcia,fatta anche da sisma

Priore benedettini, speciale perché segna momento ripartenza

(di Gianluigi Basilietti) (ANSA) - NORCIA (PERUGIA), 3 GIU - Ora et labora, prega e lavora e se lo fai anche sorseggiando un bicchiere di "I love Nursia", la birra del dopo terremoto dei monaci benedettini di Norcia, non è peccato. "E' speciale e unica, perché è rimasta nei fermentatori per tutti i mesi del sisma e le oscillazioni provocate dalle scosse gli hanno donato un gusto particolare che speriamo, però, di non dover assaggiare mai più, ma è speciale soprattutto perché segna un momento di ripartenza", racconta, all'ANSA, il priore padre Benedetto Nivakoff. Che spiega, anche, come questa produzione sia "una limited edition, una edizione limitata, in quanto sono state prodotte solamente 5 mila bottiglie". Da questa mattina la "bionda" e l' "extra", che sta per "scura", sono in vendita nel container allestito ai piedi della collina di San Benedetto in Monte, località della montagna che domina Norcia, dove continuano i lavori di costruzione del nuovo monastero. Qui domani mattina, all'interno della cappella appena arredata, si celebrerà la prima messa da quando i monaci si sono trasferiti in questo posto, all'indomani della scossa del 24 agosto scorso che rese inagibili il monastero e la Basilica di San Benedetto. Poi crollati la mattina del 30 ottobre. "Ma la vera inaugurazione della cappella ci sarà a settembre, quando anche la prima parte del nuovo monastero, quella adibita a refettorio, speriamo sia completata. Mentre ci vorranno anni per vedere realizzata la grande abbazia che abbiamo in progetto, se il Signore lo vorrà", dice padre Benedetto. Ma quella odierna e di domani sono senza dubbio giornate particolari e significative per la comunità monastica di Norcia, presente in Valnerina con una quindicina di benedettini. E lo si capisce leggendo anche quanto c'è scritto sulle etichette della birra: "Si riemerge con la città". Che la dice lunga sulla voglia di padre Benedetto e dei suoi "fratelli" di ricostruire, di fare di Norcia un faro da seguire per uscire dalla lunga notte calata col terremoto. "Sono stati mesi complicati, ma anche di grande crescita spirituale e umana e di grande forza", racconta il priore mentre segue con lo sguardo i lavori al monastero. La grande scossa di ottobre ha cambiato i piani dei monaci: erano intenti a recuperare la vecchia chiesa, tanto che avevano iniziato delle opere di consolidamento. "Oggi - dice Benedetto - non è pensabile rimetterla in sesto in tempi brevi e così abbiamo deciso di costruire, proprio a fianco della chiesa, il nuovo complesso, anche se non lasceremo la città, il nostro intento è quello di continuare a essere presenti accanto alla Basilica di San Benedetto". Il priore illustra tanti progetti, tra cui anche un nuovo birrificio, e lo fa camminando tra le impalcature che portano in quella che tra pochi mesi sarà una zona vietata a tutti i fedeli. "Qui - racconta - è dove vivremo noi monaci con il chiostro annesso e nessuno, come prevede il nostro Ordine, potrà entrarci, ma lo stiamo ancora completando". All'ingresso un leggio con su un volume chiuso: il Martirologio Romano, la base dei calendari liturgici in cui si ricorda il giorno della morte dei martiri e quindi anche il passaggio-rinascita alla "nuova" vita eterna. Che questo libro si trovi proprio all'entrata del nuovo monastero non deve essere un caso: la rinascita di un qualcosa di grande e importante a San Benedetto in Monte è già iniziata. (ANSA).
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