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Tel Azzurro, bimbi scomparsi da Amatrice

Caffo, bisogna ricostruire scuole e centri sportivi

(ANSA) - ROMA, 22 AGO - "Ci siamo resi conto che lentamente i bambini sono scomparsi da Amatrice e dalle zone colpite dal terremoto": Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro, in un'intervista all'ANSA dipinge un quadro desolato della situazione nelle zone colpite dal sisma di un anno fa. Desolato per tutta la popolazione, ma in modo particolare per i più piccoli. Bimbi e ragazzi che oltre alla casa non hanno più nè la scuola nè un luogo dove giocare o praticare attività sportive "Il sindaco Pirozzi - ricorda Caffo - ha detto che 'questa terra non è per i bambini'. Oltre all'insicurezza nelle famiglie sul futuro, ci sono le paure dei bambini nel vivere il dramma dell'inverno imminente, acuite anche dal fatto che le scuole ancora non si sa quando e come apriranno. E così anche le case nuove. Finora è stata ricostruita solo una piccola parte dei villaggi che dovrebbero permettere il ritorno a una vita normale. Ciò che colpisce è che i ragazzi non ci sono, salvo i pochi che hanno i genitori che sono riusciti a riaprire un'attività. La maggior parte sono o con i genitori nelle case che hanno nelle zone rurali e che sono rimaste in piedi, oppure nelle case provvisorie, come ad esempio le roulotte, che però a fine settembre dovrebbero non essere più utilizzate. Quindi a breve le famiglie non potranno restare nel loro territorio". "Noi - spiega - stiamo raccogliendo le loro preoccupazioni. Alle famiglie sono stati dati contributi, ma i fondi sono in esaurimento. Di positivo, questa settimana, c'è la riapertura di un supermercato ad Amatrice. Ma la dimensione di accoglienza e di logistica è ancora tale da impedire lo sviluppo di attività di impresa. Si vedono solo camion che caricano e scaricano macerie o materiali per costruire immobili. E' un grande cantiere. E nelle aree dove sono state messe le casette o le roulotte non è facile costruire comunità e relazioni, capacità di vivere insieme e di lavorare insieme alla ricostruzione". Come far sì che i bambini possano tornare protagonisti? Caffo critica alcune scelte fatte, come ad esempio quella che ha trasformato il parco giochi, che era il parco centrale di Amatrice, nel luogo delle cerimonie istituzionali. "Deve tornare a essere uno spazio di gioco. E bisogna far sì che le macerie scompaiano dalla loro vista. Bisogna ricostruire il senso di comunità e la gente deve poter contribuire a questa riflessione, per far sì che la ricostruzione sia efficace". Caffo spiega che il trauma non è solo quello delle prime ore, è anche il trauma della perdita delle radici. Del lutto. "I bambini hanno bisogno di sentirsi parte del gruppo. Perciò è importante che ripartano le attività scolastiche e sportive. Finora non c'è nulla per loro ad Amatrice e dintorni. Devono andare lontano dal paese. I ragazzi hanno bisogno di ritrovarsi tra di loro e gli educatori devono ritrovare con loro percorsi di identità del gruppo". "E' una situazione complessa, i ragazzi hanno bisogno di ascolto. Nei prossimi mesi lavoreremo sempre più con loro, se li manteniamo con noi la comunità nel suo complesso si può ristabilire e può elaborare progetti su cui lavorare. Alcune famiglie, ad esempio, si sono organizzate per costruire asili nido: vanno ascoltate. Così come vanno ascoltate le sofferenze dei singoli e la grande paura che hanno vissuto di nuovo quindici giorni fa, con la nuova scossa. La paura si è rinnovata. Se continuano le scosse, nessuno se la sentirà di restare lì o investire per aprire negozi. Bisogna dare supporto, parlare con i ragazzi che spesso vivono le paure dei loro genitori e non sanno che fare. Se non c'è questa spinta avremo solo un 'giorno per giorno' che non dà alcuna sicurezza", conclude. (ANSA).
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