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L'Aquila, Consulta boccia leggi-proclama

Incostituzionali norme regionali 'senza coperture né soluzioni'

(di Melania Di Giacomo) (ANSA) - ROMA, 30 OTT - Basta "leggi-proclama", senza coperture finanziarie e soluzioni attendibili, che sfuggono al controllo democratico dei cittadini, avvisa la Consulta, che per queste ragioni ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge regionale sulla ricostruzione dell'Aquila. La pronuncia si riferisce all'intero impianto di "Abruzzo 2019 - Una legge per L'Aquila Capoluogo", voluta dal Pd nel 2018 per lo sviluppo di una città duramente segnata dal terremoto di 10 anni fa. La legge inquadra L'Aquila come Città capoluogo, istituisce una Conferenza di coordinamento per rilanciare il territorio e redigere un "programma di investimenti strategici". E' stata impugnata dalla presidenza del Consiglio in quanto rimanda a un capitolo di spesa senza stanziamenti. Ed è caduta per violazione del principio della necessaria copertura finanziaria, sancito dall'articolo 81 della Costituzione. "Esprime - secondo la Corte Costituzionale - una mera ipotesi politica, la cui fattibilità giuridica ed economico-finanziaria non è supportata neppure da una schematica relazione tecnica". Ma quello del giudice delle leggi suona come un avvertimento alla politica tutta dal guardarsi bene dalla tentazione di interventi privi delle risorse necessarie e da promesse non verificabili. Nelle motivazioni, infatti, la Consulta afferma che il principio della copertura finanziaria "trova una delle principali ragioni proprio nell'esigenza di evitare leggi-proclama sul futuro, del tutto carenti di soluzioni attendibili e quindi inidonee al controllo democratico ex ante ed ex post degli elettori". Una precisazione che si ricollega al principio di "rappresentanza democratica": il cittadino ha diritto di essere informato sull'attendibilità della stima e sull'esistenza delle risorse destinate ad attuare le iniziative legislative e a confrontare le previsioni con i risultati. Quindi, "la copertura finanziaria delle spese deve indefettibilmente avere un fondamento giuridico", se così non fosse, "sarebbe sufficiente inserire qualsiasi numero (nel bilancio) per realizzare nuove e maggiori spese". Per quanto riguarda la legge regionale abruzzese, "il problema riguarda la copertura di carattere finanziario alla norma perché ci siamo trovati a cavallo delle elezioni regionali", spiega l'ex consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, primo firmatario, ma "se si crede nella bontà di una legge che dia all'Aquila, come a Roma Capitale, un'aliquota aggiuntiva in virtù dello status di capoluogo di regione, si può ripresentare, risolvendo ed eliminando i difetti di natura tecnico-finanziaria". (ANSA).
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