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Aquaroli, decreto sisma scatola vuota

Provvedimento tirato fuori dal cappello senza concertazione

(ANSA) - ANCONA, 20 OTT - Il decreto sisma che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei Ministri domani, lunedì, "se rimarrà quanto previsto nella bozza che circola in questi giorni, sarà l'ennesimo provvedimento redatto senza ascoltare le reali necessità del territorio terremotato, tirato fuori all'improvviso dal cappello di un prestigiatore quasi come per magia". Così il deputato marchigiano di Fratelli d'Italia Francesco Acquaroli. "E' proprio questo che il governo rossogiallo vuole creare nella percezione delle popolazioni colpite dal sisma - aggiunge -: un'illusione, l'illusione di non essersi dimenticati di loro, di aver approvato in pochi giorni un decreto ad hoc che verrà presentato in pompa magna domani, ma che in realtà è una scatola vuota che, alla prova dei fatti, tolta qualche miglioria, non saprà imprimere una svolta tanto attesa alla ricostruzione e non risolverà alcun problema". Secondo il deputato di FdI, "il governo annuncerà di aver semplificato e velocizzato la ricostruzione dando ai tecnici la possibilità di 'Autocertificazione' dei progetti per poter far partire subito i lavori. Forse non lo sanno, ma questo è già previsto per i danni lievi (articolo 8 del decreto n. 189 del 2016). E quelli che hanno scelto ad oggi di autocertificare i progetti, su tutto il cratere, si contano sulle dita di una mano - sottolinea - perché non esistono delle regole certe per il calcolo del contributo di ricostruzione, poiché le ordinanze commissariali non sono chiare e lasciano spazio a continue interpretazioni contraddittorie. Quindi ben pochi professionisti si prenderanno il rischio di iniziare i lavori a scatola chiusa, soprattutto per i danni gravi dove gli importi sono maggiori, senza sapere fin da subito se l'entità del contributo corrisponderà alla fine a quanto preventivato, con il rischio di un accollo sulle spalle dei proprietari terremotati". "Discutibile" poi per Acquaroli il modo nel quale il governo prevede di "sbloccare" il famoso "anticipo del 50% delle parcelle dei tecnici, che attende da un anno la formulazione di una ordinanza apposita da parte del commissario. Secondo chi ha scritto questo decreto - sostiene il deputato -, il tecnico progettista per avere l'anticipo dovrà dare delle garanzie, sotto forma di fidejussione, e non è chiaro se gli oneri per la fidejussione rientreranno tra le spese ammissibili a finanziamento e saranno scalati dal contributo per la ricostruzione dell'immobile, e comunque tutto si rimanda alle decisioni del commissario, un cane che si continua a mordere la coda". Nel provvedimento poi ci sarebbe "dopo tre anni con progettualità e cantieri già avviati" una norma "che impone che le scuole, se prima del sisma erano ubicate nei centri storici, dovranno essere ripristinate o ricostruite nel medesimo sito, e che la destinazione urbanistica delle aree a ciò destinate non può essere mutata. Un'altra assurdità - insiste - dettata da chi non conosce minimamente i territori sui quali andranno ad incidere questi provvedimenti". Infine "sappiamo che fine farà la busta paga pesante. Il decreto prevede la proroga della restituzione e lo scorporo delle rate, che si inizieranno a pagare dal 15 gennaio, e stabilisce che gli adempimenti e i pagamenti di ritenute fiscali, contributi previdenziali e assistenziali nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria nei limiti del 50% degli importi dovuti. Un provvedimento che potrebbe essere un aiuto alla popolazione - rileva Acquaroli -, ma rischia di fare la fine di quanto accaduto a L'Aquila, poiché questa norma è già stata cassata dall'Unione Europea. Un altro specchietto per le allodole". (ANSA).
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