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Pescara Tronto acquedotto antisismico

Segretario Autorità bacino Appennino centrale, primo in Italia

(ANSA) - ASCOLI PICENO, 22 GEN - "Realizzeremo un nuovo acquedotto e sarà il primo in Italia completamente antisismico". Lo ha detto Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'Autorità di bacino dell'Appennino centrale, durante il convegno "Sisma e crisi idrica" presso la sede del Ciip (Consorzio idrico integrato) di Ascoli Piceno. "La settimana prossima avremo un incontro al Ministero per passare alla fase operativa del nuovo acquedotto di Pescara del Tronto che - ha spiegato -, diversamente da quello attuale (tutto a sinistra del letto fluviale), avrà un percorso che in alcune zone transiterà alla destra del fiume Tronto". Al convegno, in cui si è parlato della grave crisi idrica in atto che ha costretto il Ciip a chiudere i serbatoi di notte, era presente anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. "Il terremoto ha creato problemi alle sorgenti, con conseguente forte diminuzione del flusso idrico. La Protezione civile farà la sua parte per garantire la riparazione delle condotte danneggiate dal sisma" ha garantito. Ma il problema grande è la captazione dell'acqua. "Nuove sorgenti dovranno rientrare in un programma di investimenti strutturali nell'ambito della ricostruzione" ha aggiunto Borrelli, ricordando che "la Regione Marche ha autorizzato un finanziamento di 5,8 milioni di euro per ristorare i costi sostenuti per le riparazioni all'acquedotto dopo il sisma del 2016". "La crisi idrica è gravissima. La grande malata è la sorgente di Forca Canapine. Complessivamente abbiamo perso per le conseguenze del terremoto 630 litri di acqua al secondo che hanno virato verso la Valnerina e al momento non sembra un fenomeno reversibile - ha spiegato il dirigente dell'area tecnica del Ciip Carlo Ianni -. Cercheremo di sopperire con il nuovo serbatoio di Castel Trosino. Abbiamo avviato lo studio fattivo su un altro al monte Ascensione, dove c'è un pozzo pilota, sull'ampliamento del serbatoio di Fosso dei Galli a San Benedetto del Tronto e sono in corso ricerche sui Monti della Laga, ma servono studi geologici complessi. Dobbiamo vedere cosa è successo a Foce di Montemonaco e valutare l'idea di altri pozzi, pur tenendo conto delle difficoltà di intervenire in zona vincolata sui Sibillini".
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