(ANSA) - NORCIA (PERUGIA), 27 OTT - Due anni dopo la forte scossa del 30 ottobre del 2016, a Norcia, secondo il sindaco, Nicola Alemanno, "sono molte le cose fatte, su tutte l'avere dato un tetto agli sfollati, ma restano almeno quattro criticità da affrontare e superare per andare verso una reale e completa ricostruzione post sisma". "La viabilità, quella verso Ascoli Piceno, è un nodo ancora troppo intricato - ha spiegato Alemanno - e se dopo 24 mesi siamo ancora con i collegamenti interrotti non può esserci alcun esercizio di comprensione verso quanto sta accadendo". L'istruttoria delle pratiche che autorizzano la ricostruzione "pesante" e "leggera" è "la seconda criticità" riscontrata dal sindaco. "Dato che la responsabilità - ha spiegato - è tutta in capo ai funzionari le procedure inevitabilmente subiscono dei rallentamenti per consentire una verifica puntuale dei progetti". In tal senso Alemanno ha auspicato uno "snellimento delle procedure, con i funzionari chiamati solamente a verificare che tutta la documentazione sia stata presentata correttamente, lasciando la responsabilità di quanto asserito ai professionisti". La terza criticità il sindaco l'ha individuata nelle misure a sostegno delle imprese. "Occorrono - ha detto - strumenti che permettano alle aziende di programmare la propria attività almeno a medio termine. Uno di questi strumenti è dichiarare le nostre terre come aree di crisi complesse". Il quarto punto da superare "è legato al recupero delle opere pubbliche e dei beni culturali". "E' difficile accettare - ha detto Alemanno - che dopo due anni la Basilica di San Benedetto sia ancora da liberare da tutte le macerie". "Al momento ne abbiamo rimosse un terzo dalla navata centrale - ha risposto 'a distanza' la soprintendente ai Beni culturali dell'Umbria, Marica Mercalli - e questo ci permetterà di completare la messa in sicurezza con la 'gabbia' metallica nella contro-facciata". Mercalli ha ricordato che in questi due anni sono state ricoverate e quindi strappate al sisma, oltre 6 mila opere, che oggi trovano riparo nel deposito di Santo Chiodo di Spoleto. "Sono stati inoltre messi al sicuro 35 edifici storici e oltre 350 opere mobili. Inoltre abbiamo completato 15 restauri e altri 12 sono in corso d'opera". Per il vescovo della diocesi Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, "a due anni dal terremoto del 30 ottobre rimane il ricordo di quelle giornate terribili, le cui conseguenze sono ancora molto vicino a noi". Il vescovo ha auspicato che la fiducia delle persone che hanno scelto di restare in queste terre "non venga delusa, così come non venga svuotata la speranza di un ritorno alla normalità".(ANSA).