(di Daniele Carotti) (ANSA) - ANCONA, 24 AGO - Nelle Marche "è ancora in corso una vera e propria emergenza sullo stato di conservazione dei beni sottratti alle macerie. Aspettiamo un piano concreto di messa in sicurezza, di gestione dei beni recuperati e una prospettiva per la loro fruibilità futura". A lanciare l'allarme è la presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini a due anni dal sisma che ha colpito duramente il Centro Italia e in particolare le Marche con i suoi 87 Comuni compresi nel 'cratere'. Dalla resoconto di luglio dell'Uccr (Unità di crisi coordinamento regionale) all'Unità nazionale emerge che su 13.211 beni recuperati, solo 1.563 si trovano in due depositi gestiti dal Mibact: uno alla Mole Vanvitelliana di Ancona (1.423 oggetti) l'altro al Forte Malatesta di Ascoli Piceno. Gli altri 11.648 beni sono in depositi sparsi sul territorio. Altri si trovano in "luoghi di ricovero temporaneo" come "conventi annessi a chiese danneggiate". "Ci preme ricordare al Ministro Bonisoli - dice Pulcini - che le Marche sono ancora in emergenza e ci aspettiamo un suo deciso interessamento: una buona parte del patrimonio culturale marchigiano aspetta di essere messo in sicurezza". Legambiente chiede di "ragionare con la comunità e i portatori di interesse sulla nuova geografia dei beni culturali nelle Marche, e disegnare uno scenario di nuovi edifici e contenitori in cui mettere in mostra le opere già in condizione di essere esposte, coinvolgendo le comunità locali". Ciò per "dare una prospettiva forte e concreta per costruire piani di promozione turistica e punti di riferimento per i cittadini". Il terremoto, ricorda l'associazione ambientalista, ha "inferto enormi colpi al patrimonio culturale". Eventi e vastità dell'area colpita sono stati "eccezionali" ma, per Legambiente, "le Marche si sono fatte trovare impreparate" e il sistema ha mostrato "molte falle che non hanno permesso il massimo dell'efficienza e dell'efficacia nel'affrontare l'emergenza del recupero, salvaguardia e fruizione del patrimonio culturale". "Nonostante il gruppo di volontari, il primo organizzato per operare in emergenza, nato in risposta al terremoto Marche-Umbria del 1997, sia stato un valore aggiunto straordinario per comunità e istituzioni, - spiega ancora Pulcini - l'azione del volontariato è stata contrastata e bloccata per molti mesi mentre le opere rimanevano sotto macerie e neve, e continua e non essere considerata". Tra le criticità Legambiente comprende la "distanza tra il centro organizzativo (Ancona) e i territori colpiti" e "l'ostinata incapacità di creare una vera collaborazione in emergenza e post emergenza tra enti e Istituzioni, fra l'Uccr, la Regione e la Cei".(ANSA).