(ANSA) - ROMA, 9 MAR - La terra ha ripreso a tremare nell'Italia centrale, ancora sulla scia della sequenza sismica del 24 agosto 2016: alle 23:48 di ieri è avvenuto un terremoto di magnitudo 3,5 nella provincia di Macerata, a Muccia. "La sequenza iniziata il 24 agosto 2016 non è ancora finita", ha osservato il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. La scossa principale di magnitudo 3,5 è stata seguita da una di magnitudo 3,3 a breve distanza, alle 00,32, e sempre a Muccia, entrambe alla profondità di 10 chilometri. Entrambe sono state avvertite dalla popolazione in modo lieve e soprattutto nella zona orientale, verso la costa adriatica. Oltre un'ora prima della scossa più importante erano stati registrati nella stessa zona almeno altri due terremoti di magnitudo superiore a 2, nella zona di Monte Cavallo (2.2) alle 22.17 e a Pieve Torina (2,8) alle 23.49. "Eventi del genere rientrano nell'evoluzione naturale del fenomeno", ha detto ancora Doglioni, soprattutto considerando che "a partire dal 24 agosto 2016 sono avvenuti in Italia centrale oltre 1.100 terremoti di magnitudo compresa fra 3 e 4". Questi ultimi eventi nel maceratese "rientrano nella parte più settentrionale della sequenza - ancora il presidente dell'Ingv - ed evidenziano che c'è ancora energia da liberare". Bisogna considerare, ha osservato, che l'energia liberata dai due terremoti più recenti di magnitudo superiore a 3 "è stata un milione di volte più piccola rispetto a quella liberata nell'evento del 30 ottobre". Il fatto che l'energia non sia ancora del tutto scaricata "non ci permette comunque - dice - di escludere che la sequenza si possa espandere verso Nord". Che le sequenze sismiche nell'Italia centrale possano durare tanto a lungo non stupisce i sismologi. Uno studio molto recente ha infatti dimostrato che i terremoti dell'Appennino durano più a lungo e hanno numerosissime repliche a causa delle caratteristiche della crosta terrestre. Sono infatti generati da movimenti di tipo estensionale. Anche questi ultimi terremoti, come tutti gli altri legati a questa sequenza, sono stati infatti generati da una sorta di 'stiramento' della crosta terrestre in corrispondenza dell'Appennino, con un conseguente allargamento dell'Italia Centrale.