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Ceriscioli, riporteremo vita in montagna

Un terzo Marche sotto sisma, ma 1 mld risorse, ce la faremo

(di Cristina Morbiducci) (ANSA) - ANCONA, 22 AGO - Per le Marche il terremoto ha significato lo sconvolgimento di ''un terzo del territorio regionale'', un cambio di prospettiva radicale, che impegnerà tutte le forze attive della regione per anni. Ma il presidente Luca Ceriscioli è sicuro: ''Riporteremo la vita in montagna, ricostruiremo le nostre comunità, daremo una prospettiva a chi oggi ha 20 anni e magari pensa di andare via da qui''. In un'intervista all'ANSA il governatore traccia un primo bilancio di quanto è stato fatto, spiega le cause dei ritardi, e ragiona sulle prospettive della nuova governance della ricostruzione. Sulla lentezza nella rimozione delle macerie e nella consegna delle casette ci sono molte lamentele: ''La diversità delle Marche - risponde Ceriscioli - è che noi abbiamo avuto il sisma e i morti del 24 agosto ad Arquata, altre due scosse molto forti a ottobre, e a gennaio 5 scosse in sequenza con la neve. Le abbiamo 'prese tutte': non è una questione di poche città, un terzo del territorio regionale è stato colpito duramente dal sisma''. ''Sono 87 i comuni dentro il cratere, altrettanti fuori con dei danni. Abbiamo ancora oggi 32 mila sfollati, una realtà molto diversa da chi ha dovuto gestire situazioni territorialmente meno estese, dove era più facile agire''. ''Per noi - osserva - è stato un fronte ampio, e abbiamo cercato di dare risposte a tutti''. Oggi ci sono ''78 cantieri in 27 comuni per le Sae'', molte casette ''da inaugurare in molti comuni'' che arrivano, ovviamente, ''con un pò di ritardo rispetto a chi ha potuto concentrarsi su spazi minori''. E' stato un anno di ''duro lavoro''. La macchina delle macerie - insiste il presidente - ''è riuscita in un anno a portare via l'80% delle macerie pubbliche (da strade, piazze e via dicendo), complessivamente 125 mila tonnellate. Per fare un confronto con l'Aquila, lì in un anno erano state rimosse 50 mila tonnellate''. ''Ampia la risposta'' data agli allevatori: ''Circa il 90% delle richieste di fienili, Mapre, le stalle stesse, sono state realizzate''. Sono state consegnate ''42 Sae, saranno presto 85, e continueremo le consegne per tutto il mese di settembre, ottobre, novembre. Contiamo entro la fine dell'anno di coprire il 90% per cento del fabbisogno, cioè 1.600 Sae''. ''Questo - sottolinea Ceriscioli - sarà il passaggio decisivo per poter dire che il lavoro si è spostato sulla ricostruzione e l'emergenza è superata''. Ma il rischio e che la montagna si spopoli ancora di più. ''E infatti - rimarca - siamo partiti da lì; le Sae sono state fatte esattamente nei luoghi di provenienza dei terremotati. Andare nelle frazioni, riportare nei luoghi d'origine è decisivo: si gioca l'identità delle nostre comunità''. Per Ceriscioli, ''riportare la vita in montagna non è solo ricostruire le case, ma poter fare investimenti per la crescita, per le infrastrutture, e tutto quello che servirà a rilanciare un territorio''. Un contributo ''molto importante viene dallo Stato, su vari filoni di investimento: per le Marche parliamo di oltre 1,1 miliardi di euro, fondi assolutamente significativi''. Sul fronte della governance, ''dal modello di centralità nella ricostruzione del Commissario nazionale si va verso un modello che sempre di più investe sulle Regioni, sulle Province sui Comuni''. Saranno loro ''gli attori e i protagonisti sia della ricostruzione pubblica che di quella privata''. Che si parli della realizzazione di nuove scuole (''già 50 quelle finanziate nelle Marche''), o di pratiche edilizie o urbanistiche. Cosa direbbe ad un ventenne del sisma? ''Che cercheremo di metterlo in condizione di potersi ricostruire una casa, di avere i servizi essenziali, e, con i piani di sviluppo economico affiancati dalle misure per le aree franche, di trovare le condizioni migliori per il lavoro''.(ANSA).
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