(ANSA) - USSITA (MACERATA), 10 AGO - Il terremoto ha reso inagibile la casa delle vacanze che ha a Ussita, e che va purtroppo demolita; chiede di poter recuperare qualche mobile ma la ditta salernitana che ha vinto l'appalto del Comune le risponde che non è possibile, troppo pericoloso entrare. Lei si presenta di buon mattino il giorno fissato per la demolizione e trova il portone murato, le finestre aperte dall'interno e i mobili spariti, tranne alcuni elementi della cucina, impacchettati nel cortile. ''Ho chiamato i carabinieri e i vigili del fuoco'', spiega all'ANSA la signora Lusciana Santi, che vive a Montalto di Castro: ''non so se riusciranno ad accertare le responsabilità di quanto è accaduto, ma spero che il mio racconto serva a scongiurare che episodi simili si ripetano''. Santi fa parte dell'associazione 'Ussita punto e a capo', nata dopo il sisma per tenere in contatto gli sfollati e chi in paese veniva solo a trascorrere le ferie. E' anche a loro che pensa, ''a persone che hanno già vissuto un grave trauma, e non possono subire anche una beffa''. A rendere inagibile la casa della signora Santi sono state le scosse del 30 ottobre. ''Da allora sono entrata solo una volta, con i vigili del fuoco, il 10 novembre. Poi non più. Ma il portone era chiuso con il lucchetto, e una mia amica mi aveva inviato foto anche recentemente da cui risulta che porta e finestre erano regolarmente chiuse''. Prima della demolizione la signora era stata avvertita che il portone sarebbe stato murato per fare da sostegno alla casa accanto, che altrimenti sarebbe potuta crollare: ''ho detto 'va bene, vengo, e porto le chiavi visto che c'è un lucchetto': mi è stato risposto che non c'era bisogno, tanto la ditta l'avrebbe rotto con le tronchesi''. ''Ho un tavolo, una tv nuova da recuperare - ho insistito - ma mi hanno risposto che l'operazione era off limits''. Nei giorni scorsi invece lo choc di vedere l'abitazione svuotata dall'interno. ''Ho chiesto al Comune di bloccare la demolizione: non accuso nessuno, ma voglio andare fino in fondo a questa storia'' conclude. (ANSA).