''Quella notte era cominciata bene, era stata una bella serata. Poi...''. Dino Filipponi ha stampato nella mente il tremendo ricordo di quanto successe la notte del 24 agosto di un anno fa, quando, ''mentre tutto stava andando bene'', è arrivato il terremoto a portarsi via le vite di uomini e donne, di giovani, bambini, anziani: e ha sconvolto quelle dei sopravvissuti. Tra questi c'è lui, salvatosi con la moglie nonostante i crolli nella loro abitazione di Pescara del Tronto, la frazione quasi rasa al suolo dal sisma, che qui ha fatto 48 morti.
I Filipponi erano andati a dormire verso mezzanotte. ''A svegliarci è stato il rumore, come fosse di una bomba. Un boato e poi le macerie che ci cascavano addosso. Il letto nel quale dormivamo con mia moglie si è spezzato in due''. Entrambi sono rimasti feriti, per fortuna non gravemente. ''Mia moglie ha avuto qualche frattura, ferite alla testa e anche io ho avuto qualche ferita. C'è voluto qualche punto... Ma ci è andata bene, siamo usciti dalle macerie, ci siamo salvati e questa è la cosa più importante. Ma è stato veramente un miracolo''.
E' stato necessario andare via e cercare un riparo altrove, che i due anziani coniugi hanno trovato subito a Pagliare del Tronto in casa della figlia. Dopo il 24 agosto c'era la speranza di ripartire presto, di rimettere in piedi la casa di famiglia, lesionata, ma non abbattuta. Invece è arrivato il 30 ottobre: la scossa di magnitudo 6.5 delle 7:40, il secondo devastante terremoto che ha messo in ginocchio mezza regione e allontanato la prospettiva di una ripresa veloce.
''Era di domenica mattina e quella scossa ha buttato giù quello che restava della nostra casa e praticamente tutte quelle a Pescara del Tronto. Quando sono andato a vedere cos'era successo - ricorda Dino Filipponi - c'erano solo macerie, non si riconosceva nemmeno più dove stava la casa di ognuno, una cosa terribile''.
In questi mesi ai due anziani è stato proposto di trasferirsi in una delle casette nella nuova cittadella Sae costruita lungo la Salaria, ma hanno declinato l'offerta. ''Non ce la siamo sentita, ho troppa paura a stare in quest'area dove hanno messo le casette. Qui, vicino a dove c'era la ditta Unimer, avevo un pezzetto di terra che mio padre cercava di vendere perché diceva che era un 'letto di fiume' e di fatto qui ogni anno usciva il Tronto che portava via tutto. Questo, e il fatto che le auto passano a un metro dalle casette ci ha spinti a rimanere da nostra figlia a Pagliare. Se una macchina che transita sulla Salaria dovesse malauguratamente finire fuori strada e quindi sulle Sae, farebbe un macello - teme Filipponi -. Mi sono salvato da una disgrazia, non ne vorrei subire un'altra''.