(ANSA) - PALERMO, 05 MAR - "La pandemia e l'isolamento fisico
sembrano avere acutizzato insicurezze e fragilità di
pre-adolescenti e adolescenti, sentimenti di paura e
scoraggiamento alimentati dalla dipendenza dall'accettazione e
approvazione da parte del gruppo di pari che si realizza solo
nelle dinamiche social. Capisco Fiorello papà, che si rammarica
che la figlia non è più abituata ad uscire di casa. Lei e altri
ragazzi sono costretti davanti al computer ". Così il sociologo
Francesco Pira, professore associato di comunicazione e
giornalismo all'Università di Messina, autore del libro "Figli
delle App" in tutte le librerie italiane dal'8 marzo, per i tipi
della Franco Angeli nella Collana di Sociologia.
Il volume è anche l'occasione per condividere i dati
dell'ultima ricerca realizzata. Il terzo capitolo è infatti
interamente dedicato ai risultati della survey online "La mia
vita ai tempi del Covid." Condotta nel periodo aprile - maggio
2020, ha coinvolto in totale 1.858 ragazze e ragazzi delle
scuole medie inferiori e superiori che hanno risposto ad un
questionario online composto da diciassette domande.
"I dati della mia ricerca - sottolinea il sociologo - sono in
linea con il sondaggio U-Report dell'Unicef sui giovani ha
generato più di 8.000 risposte e riscontrato che oltre un quarto
si è sentito ansioso, il 15% depresso. Uno degli aspetti di
maggiore interesse emerso è quello relativo alla tendenza a
isolarsi rispetto all'ambiente familiare. I ragazzi raccontano
di avere provato momenti di paura e di avere sentito moltissimo
la mancanza degli amici". Nelle risposte al quesito: 'Cosa ti
manca di più?' le considerazioni ruotano per la maggior parte
intorno al tema dell'amicizia e dello stare fuori con gli amici.
Le ragazze e i ragazzi utilizzano il sostantivo libertà riferito
alla possibilità di uscire di casa. Uscire con gli amici, vedere
gli amici, stare con…, tutte espressioni che raccontano di un
bisogno di fisicità, che nel loro modo di relazionarsi si
interseca senza soluzione di continuità con la connessione e
l'interazione online. Una dipendenza dagli altri che, come è
evidente da quanto emerge dal quesito, genera il paradosso di
una forte sensazione di isolamento, paura e scoraggiamento, con
oltre il 60% degli intervistati che dichiara di avere provato
questo sentimento durante il periodo di lockdown. "Gli
adolescenti - spiega Pira - sono passati da vite super
organizzate, piene di attività, nelle quali la tecnologia e i
social media giocano il ruolo di facilitatori della
comunicazione, ad una situazione in cui la propria vita si
racchiude tutta dietro uno schermo".
Come precisa lo stesso autore: "Il volume è dedicato a tutte le
vittime del cyberbullismo, del sexting, del revenge porn, del
cutting e a chi ha perso la vita per inseguire una challenge. Ma
anche a coloro che usano le nuove tecnologie per trasmettere al
mondo messaggi positivi e condividere conoscenza". Un volume che
parla dei nostri figli, che non sono marziani, ma ragazzi pieni
di speranze e di fragilità". (ANSA).