Presentata a palazzo Reale la
mostra "ROSALIA eris in peste patrona" che si apre stasera 4
settembre. Promossa dalla Fondazione Federico II, in sinergia
con l'Assemblea regionale siciliana e con la collaborazione del
dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell'Identità
Siciliana, la Soprintendenza per i Beni Culturali e
l'Arcidiocesi di Palermo, racconta attraverso 41 opere, più
disegni preparatori e materiali a stampa e d'archivio, il culto
devozionale a Rosalia Sinibaldi, divenuta Santa per avere
liberato Palermo dalla peste.
"Oggi la Patrona di Palermo torna a Palazzo Reale dove ha
vissuto e da cui è fuggita. Santa Rosalia ci ha salvato dalla
peste nel 1624. Oggi le chiediamo di liberarci dalle pesti
moderne: dall'intolleranza verso i migranti, dall'odio, dal
razzismo e dalla cattiveria verso gli altri - ha detto il
presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II, Gianfranco
Miccichè - La ricorrenza di Santa Rosalia stasera sarà
festeggiata con uno spettacolo di Salvo Piparo e Costanza Licata
e con l'apertura del portone monumentale chiuso dal 1840, da cui
entreranno i turisti che troveranno un nuovo e inedito percorso
del Palazzo Reale che li porterà direttamente nella Sala Duca di
Montalto dove è esposta la mostra". Miccichè ha spiegato che
"l'apertura dell'ingresso monumentale di Palazzo Reale è un
progetto che avevo iniziato dieci anni fa, quando venni eletto
presidente dell'Ars per la prima volta: progetto che aveva
subito uno stop ma che, grazie alla collaborazione degli uffici
dell'amministrazione, guidati dal segretario generale, Fabrizio
Scimè e di tutti coloro che hanno collaborato, ci consentono
oggi di raggiungere questo straordinario risultato".
Il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia
Monterosso ha sottolineato come sia cambiato il modo di
promuovere e organizzare mostre da parte della Fondazione e
dell'Ars: "Abbiamo invertito la rotta. Il nostro è un metodo di
lavoro più difficile, complesso ma di profonda trasformazione e
risultati straordinari - ha sostenuto - Tanta fatica e
altrettanta energia impegnata nella ricerca e nello studio ci
hanno regalato una sorpresa: scoprire quanto la grandiosità
delle opere attorno alla Santa e alla sua devozione non sia un
fatto esclusivo della storia e delle tradizioni siciliane".
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