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Tra i mulini a vento nelle saline Marsala

Tra i mulini a vento nelle saline Marsala

Visita in riserva naturale per giornata primavera Fai

MARSALA (TRAPANI), 27 marzo 2015, 10:45

Redazione ANSA

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foto di Giovanni Franco - RIPRODUZIONE RISERVATA

foto di Giovanni Franco - RIPRODUZIONE RISERVATA
foto di Giovanni Franco - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Giovanni Franco) Hanno vinto la sezione "Expo 2015 - nutrire il pianeta", piazzandosi al primo posto e sbaragliando gli altri 1982 luoghi del cuore segnalati.
 Benvenuti nelle saline di Marsala nel Trapanese, dove i mulini al vento che Don Chisciotte scambiò per "giganti, con le braccia lunghe" da combattere, spiccano all'orizzonte davanti all'isoletta di Mozia nella Laguna dello Stagnone, stagliandosi con i loro colori. Percorriamo la via del sale, protagonista della giornata Fai di Primavera, accompagnati dalle guide e con il supporto dei ciceroni, messi a disposizione dalle scuole di Marsala. Visitiamo le vasche artificiali, i mulini a vento, i cumuli di sale e i cocci di terracotta che servono a volte per proteggerli. Un sito la cui origine risale al tempo dei Fenici che, accortisi delle condizioni estremamente favorevoli, vi impiantarono delle vasche per ricavare il sale, poi esportato in tutto il bacino del Mediterraneo. Da qui prese le mosse il sistematico sfruttamento di questa porzione di terra, bagnata da acque basse e caratterizzata da temperature spesso elevate e da condizioni climatiche (primo fra tutti il vento che favorisce l'evaporazione) particolarmente adatte all'estrazione di questo composto chimico. Usato, in passato, soprattutto per conservare gli alimenti e la lavorazione di prodotti deperibili. Dai Fenici si deve però poi giungere ai Normanni per avere notizie certe delle saline trapanesi. Ed è Federico II stesso che le cita nelle Costituzioni di Menfi, rendendole monopolio della corona.
    Alti e bassi si alternano nella storia economica delle saline che aumentano o diminuiscono i loro affari a secondo degli eventi che colpiscono il territorio: le guerre, le epidemie, il passaggio da un dominio all'altro influiscono sulla produzione e sul commercio del sale che continua ad essere estratto, anche se le modalità sono cambiate ed il processo si è meccanizzato. La zona fa parte della riserva naturale orientata istituita nel 1984. "I bacini utilizzati per l'estrazione del sale, date le tecniche utilizzate (che sono quelle tradizionali in uso da secoli) - affermano gli studiosi - e la particolare geomorfologia della costa (che vedeva la presenza di lagune e pantani costieri), costituiscono un ambiente che seppure in gran parte artificiale, ospita una grande diversità biologica, dal livello microscopico dei batteri a quello macroscopico degli uccelli. Si tratta di organismi estremamente specializzati per questo ambiente, e per i vari gradi di salinità presenti nelle differenti vasche, oppure (come nel caso degli uccelli) che trovano in questo ambiente sosta e cibo durante le migrazioni".
   

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