In uno degli angoli piu' suggestivi della Sicilia occidentale, sotto la collina su cui sorge il più vasto parco archeologico dell'antica Grecia in Europa, all'ombra del tempio di Hera, a Marinella di Selinunte, si svolge ogni mattina l'asta del pesce: un appuntamento da non perdere non solo per chi vuole mazzancolle, saraghi, polpi, appena pescati ma anche per chi desidera assistere ad un vero e proprio spettacolo con le più svariate specie marine in un'asta a voce che comincia col prezzo stabilito dal banditore per poi scendere e forse risalire anche di molto. Il piccolo mercato, una tettoia che protegge pescatori e acquirenti, ha oltre sessant'anni di vita ed è gestito dalla Cooperativa Selinunte pesca dal 2001.
Il pesce viene messo sul piatto metallico rettangolare sotto l'astatore in modo che tutti possano vederlo e soppesarlo ma solo con gli occhi. Infatti il prodotto in vendita non viene pesato. Il prezzo iniziale scende di un euro a chiamata fino a quando non c'e' una prima offerta. L'acquirente alza una mano o fa una smorfia col viso. E il banditore, preparatissimo, capisce. E indica l'acquirente ripetendo per un paio di volte la cifra. A quel punto o c'è un'offerta superiore o l'offerente si aggiudica il prodotto.
"La coop raccoglie circa 52 pescatori tutti della zona e con piccole imbarcazioni - dice Giovanni Salvo, 37 anni, vicepresidente della Selinunte pesca e banditore delle aste - Ogni socio conferisce il 10% del prezzo di vendita alla cooperativa e tutti sono messi in regola".
A lato di Salvo siede sempre Giacomino Barraco, 86 anni, il più anziano pescatore di Marinella che conosce tutte le specie marine forse meglio di un biologo, e sa anche l'ora in cui il pesce e' stato pescato. E' lui che ogni tanto prende un murice, una Vopa o un'Occhiata dal piatto dell'asta e lo mette di lato.
"E' il 'pizzichello' - spiega Salvo - una vecchia usanza dei mercati del pesce: è un regalino che fa il pescatore a discrezione del banditore".
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